Il primo tempo di Brescia-Padova finisce zero a zero. Partita tra due aspiranti promosse e si vede: tatticamente la sfida è molto interessante, la prima fase di studio oltremodo prolungata si può leggere come una sfida a scacchi tra i due allenatori, Alessandro Calori e Fulvio Pea, che spostano le rispettive pedine senza sbottonare i propri schieramenti alla ricerca del momento propizio per colpire a sangue. Le occasioni non fioccano ma sono importanti. Il Brescia può ben recriminare per un palo colto al 35′ minuto. Sul cross di Lasik da 35 metri Caracciolo sfiora appena e sul secondo palo si avventa capitan Zamabelli, che da due metri schianta il tap-in contro il palo. Occasione sprecata anche per scarsa lucidità: per arrivare sul pallone Zambelli ha spremuto una progressione che gli è costata cara al momento decisivo. D’altra parte il Padova lamenta un possibile rigore per una trattenuta abbastanza evidente di Daprela su Rispoli, in penetrazione sul lato destro dell’area bresciana. In avvio i biancoscudati hanno raccolto due conclusioni pericolose: la prima con Cuffa, che ha costretto Arcari alla deviazione in tuffo basso con un rasoterra mancino da lontano (3′); l’altra ha visto protagonista Babacar: in mezzo a tre avversari il senegalese si è liberato magistralmente esplodendo un bel destro alto, deviato in corner dal volo di Arcari. Successivamente uno scivolone di Piccioni al limite della propria area ha concesso a Mitrovic un destro dentro l’area potente ma mal calibrato (palla larga di due-tre metri, al 27′). Globalmente la partita si è mantenuta molto equilibrata nel primo tempo, e il risultato di parità può definirsi il più giusto. Il Brescia ha inseguito maggiormente la manovra ragionata, facendo oscillare il pallone da un lato all’altro del campo grazie alla buona qualità in palleggio degli interni, la cerniera Lasik-Budel-Bouy. Varie ed eventuale: al 37′ il polacco Lasik ha dovuto abbandonare la contesa per un problema al ginocchio destro, giratosi male in seguito ad un appoggio sul terreno irregolare. La frazione di Ouasim Bouy, molto atteso dopo le mirabolanti gesta di La Spezia: ordinata, senza particolari sprazzi o errori. Nel Padova da segnalare la prova di Cuffa, leader del centrocampo nonostante una condizione fisica non perfetta, e l’impegno di Babacar, mentre la palma di momentanea delusione spetta al fantasista Farias, che forse rende di più sulla fascia (per adesso gravita dietro le punte) dove può liberare la sua velocità.
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