In Russia è imbarazzo per il viaggio della torcia olimpica, che non sta andando come dovrebbe. Infatti, il sacro fuoco di Olimpia, acceso in Grecia qualche giorno fa e ora arrivato in Russia per un viaggio che toccherà tutte le regioni di questo immenso Paese prima di giungere a Sochi in tempo per la cerimonia inaugurale delle Olimpiadi invernali 2014, che si terrà venerdì 7 febbraio, si è già spento per ben quattro volte. Decisamente troppe, soprattutto se si considera che siamo appena all’inizio di questo tour e che da tradizione ogni spegnimento della fiaccola è considerato di cattivo auspicio. Al di là della superstizione, resta il fatto che la Russia sta facendo una brutta figura su scala planetaria, e ciò naturalmente non piace per niente al presidente Vladimir Putin, che ha già dichiarato che aprirà un’inchiesta per fare luce sulla vicenda. Trema la Kramash, produttrice della fiaccola utilizzata quest’anno. La Russia punta forte su questa manifestazione per accrescere la sua immagine nel mondo, tanto che queste saranno le Olimpiadi invernali più costose mai realizzate (si parla di 5 miliardi di dollari), e tutto, ma proprio tutto, deve andare liscio. Alcuni problemi ci sono già stati, legati al ritardo di alcuni lavori ma anche al clima, che sulle sponde del mar Nero non sempre è sufficientemente invernale. Insomma, può sembrare paradossale visto che siamo in Russia, ma gli organizzatori hanno il terrore di dover vivere Giochi senza neve, e per questo l’anno scorso sono state fatte abbondanti scorte. Tutto questo, comunque, al momento passa in secondo piano: è l’immagine dell’agente di sicurezza che rianima la fiaccola con l’accendino che sta facendo il giro del mondo, brutto colpo a livello d’immagine per l’efficienza dell’organizzazione russa. Specie perché il fattaccio si è già ripetuto per ben quattro volte, numero che pone già questo viaggio (appena iniziato) tra i più sofferti della fiaccola: se le cose dovessero andare avanti così fino a febbraio, rischierebbe di diventare una farsa incancellabile per la Russia. Dimitri Chernyshenko, presidente del comitato organizzativo di Sochi 2014, si è difeso così: “Tutte le fiaccole sono state sottoposte a test e sono in grado di rimanere accese con qualsiasi vento”. I fatti però parlano diversamente, e ride il mercato nero: le fiaccole difettose sono schizzate al prezzo di 300 mila rubli l’una, cioè oltre 6800 euro. Chi ne è in possesso, ne sarà ben contento.