Quando in Francia l’eroe è chi non ti aspetti, le cose possono andare decisamente male… per gli altri. I Bleus sono al Mondiale: hanno battuto l’Ucraina 3-0, ribaltando lo 0-2 che avevano subito nella gara di andata. Un’impresa già di per sè, perchè quattro giorni prima la nazionale di Didier Deschamps era parsa in crisi profonda, mentre gli avversari scorrazzavano per il campo e mettevano in mostra organizzazione e talento, predicando calcio dai piedi di Yarmolenko e Konoplyanka. Oggi, tutto cambiato: a trasformarsi nel salvatore della patria un insospettabile, Mamadou Sakho che probabilmente non avrebbe nemmeno giocato, se non fosse stato per il cartellino rosso sventolato in faccia a Laurent Koscielny nella serata di Kiev. E invece in campo ci è andato il centrale del Liverpool, ex capitano del PSG: risultato, un gol per tempo e tutti in Brasile. Tempismo perfetto, che non può non aver ricordato, ai più attenti, che una cosa simile, molto simile, era già accaduta. Erano i campionati che i Bleus giocavano in casa, quelli che non potevano fallire: reduci da 14 anni senza successi, e ancora con la bacheca priva della Coppa del Mondo, i Galletti se l’erano già vista bruttissima contro Paraguay (golden gol di Laurent Blanc al 113′ e Italia (vittoria ai rigori dopo che Roberto Baggio aveva mandato a lato di un centimetro un destro al volo). In semifinale però Jacques Chirac, Aimé Jacquet e tutto il popolo della marsigliese si trovò davanti alle streghe: per l’occasione vestite a scacchi biancorossi. La Croazia segnò all’inizio della ripresa, colpendo a freddo con Davor Suker, al minuto 46: quinto gol nel torneo. Sull’orlo di una crisi di nervi e di un’eliminazione devastante, su tutti si elevò il numero 15 in maglia blu: Lilian Thuram. Definirlo un carneade o un “non protagonista” sarebbe per lui ingeneroso: il Parma lo aveva pagato più di 10 miliardi di lire due estati prima, ed era già colonna portante della nazionale. Tuttavia, chi avrebbe potuto immaginare cosa sarebbe accaduto quel pomeriggio? Che Thuram avrebbe segnato una doppietta, che da solo avrebbe trascinato la Francia in finale? Esattamente quello che è successo ieri sera: del resto il teatro era lo stesso, lo Stade de France, ed effettivamente all’indizio avremmo potuto pensare. Sakho come Thuram, che per la cronaca in nazionale si è fermato a quegli unici due gol: la Francia festeggia ma, a differenza di 15 anni fa, qui si tratta solo dell’ingresso alla fase finale. Per la Coppa del Mondo ci vorrà altro: lo sa Didier Deschamps e lo sa tutto il Paese. Che però, adesso, è un po’ più tranquillo: l’altra doppietta illustre, 4 giorni più tardi, l’aveva segnata Zinedine Zidane. A chi il peso e l’onore di replicare?
(Claudio Franceschini)