La squadra campione in carica (Fluminense), quella in finale di Copa Sudamericana (Ponte Preta) e una società storica come il Vasco da Gama retrocesse in Serie B: questi i verdetti incredibili dell’ultima giornata del Brasileirao. Tuttavia, e purtroppo, la notizia del weekend in Brasile non è questa: ancora una volta si è infatti segnalato un episodio di violenza legato agli stadi. Andato in scena nell’Arena Joinville, casa dell’Atletico Paranaense. Qui, al 17′ minuto di gioco, i tifosi locali sono entrati in contatto con i supporter del Vasco da Gama: si è scatenata una violentissima rissa durata almeno un’ora e mezza, sulla quale rimbalzano le responsabilità. La polizia, accusata di essere intervenuta con colpevole ritardo e di aver quindi permesso che le due tifoserie si scontrassero, ha respinto le accuse al mittente, sostenendo che la sicurezza all’interno dello stadio dovrebbe essere garantita da un servizio di vigilanza che è scappato a gambe levate non appena ha visto l’aria che tirava. Visto come è andata verrebbe da dire che non c’è da biasimarli, ma è chiaro che il problema non può rimanere irrisolto; intanto si parla di tre persone in coma farmacologico, e di numerose altre ferite. Del resto alcune immagini (abbiamo qui deciso di evitare le scene più crude) non lasciano dubbi sulla violenza della rissa. “Gioco a calcio da 20 anni” ha detto il difensore dell’Atletico Paranaense Luiz Alberto “e non avevo mai visto niente del genere. Questo Paese ospiterà il Mondiale: sappiamo che questa scena sarà mostrata ovunque”. Già, il problema è questo: ieri la partita è ripresa dopo un’ora e mezza, ma quello che la gente ha visto (comprese cheerleader in lacrime e un elicottero atterrato sul campo di gioco per prestare i soccorsi) rimane vivo e non si può certo cancellare a fine giornata. “E’ triste vedere una cosa simile nel nostro Paese appena prima del Mondiale. Sono scioccato, questo non è sport” ha commentato invece Adilson Batista, allenatore del Vasco. E’ chiaro, e va detto subito, che l’episodio sarebbe gravissimo anche senza una Coppa del Mondo a sei mesi da oggi; ma il fatto che sia proprio il Brasile a dover ospitare una manifestazione che vedrà l’arrivo di persone da tutto il mondo e che dovrebbe essere il sigillo e la festa del calcio internazionale e globale rende ancora più urgente il problema. La rissa di Joinville è pesantissima, ma non è certo la prima volta che due gruppi di tifoserie vengono a contatto sugli spalti; e quanto si è visto ieri va a sommarsi ai già tanti problemi che il Paese verdeoro vive, come la protesta andata in scena durante la Confederations Cup per l’aumento dei prezzi dei trasporti pubblici, o il ritardo nella costruzione degli stadi, o ancora gli orribili casi di giustizia sommaria nel corso di partite di calcio. Dire che “tutto il mondo è paese” e che ognuno ha i suoi problemi non aiuta di certo: i vertici del Brasile, la e le altre nazioni ora si interrogano.