Italia-Haiti 2-2. Non è uno scherzo ma il risultato dell’amichevole di Rio De Janeiro, l’ultima prima della Confederations Cup 2013 che per gli azzurri partirà domenica 16 giugno, con la sfida al Messico di Josè Manuel de la Torre. Un’Italia evidentemente a corto di condizione fisica e motivazioni ha raggiunto il doppio vantaggio contro la nazionale di Haiti, salvo poi farsi raggiungere nei minuti finali per il 2-2 finale. Un risultato meritato per gli haitiani, che al termine della partita hanno festeggiato con grande felicità il pareggio ottenuto. Ora l’Italia se la vedrà con Messico, Giappone e Brasile per la Confederations Cup: se Prandelli cercava indicazioni positive da quest’ultima amichevole è uscito dal Sao Januario di Rio a mani semivuote. Eppure, come lo stesso ct ha ricordato dopo la gara, ci sono due-tre attenuanti da considerare per l’Italia. Che anzitutto è scienza in campo con solo uno dei probabili titolari, il difensore Leonardo Bonucci. Gli altri giocatori impiegati dal 1′, dal secondo portiere Sirigu ai jolly Giaccherini e Cerci, non dovrebbero far parte della miglior formazione azzurra, almeno non ad oggi. I prossimi impegni ufficiali definiranno meglio le gerarchie, ma per il momento anche giocatori come Diamanti e Candreva possono considerarsi alternative, per quanto di lusso.
Inoltre ha pesato il fattore motivazionale: mentre per l’Italia l’amichevole serviva soprattutto per sciogliere i muscoli, per Haiti ogni partita può essere l’occasione della vita, per scrivere un risultato storico come ad esempio è accaduto in questo caso. Inoltre è plausibile pensare che i ragazzi di Prandelli tireranno fuori il meglio quando il risultato avrà un peso maggiore, a cominciare dunque da domenica contro il Messico. Anche agli ultimi europei la nazionale italiana non è partita con credenziali da finalista, eppure strada facendo gli azzurri acquisirono fiducia e forza arrivando sino all’ultimo atto. Questa è la speranza che precede la Confederations Cup; se invece si vuole considerare la parte vuota del bicchiere si può evidenziare il ritardo fisico dei nostri giocatori, oltre che la scarsa capacità di costruire gioco. Il modulo 4-3-3 è stato limitato dal caldo e dai fattori di cui sopra, ovvero la verve degli avversari e il divario di motivazioni. Prandelli è stato sincero a fine partita nell’etichettarla come una brutta figura: eppure è il primo a sapere che la vera Italia non è questa.
I GOL – 1-0 al 1′: poco oltre centrocampo Diamanti lancia il pallone di prima intenzione, quasi a memoria, verso la fascia sinistra: Candreva scatta, resiste ad un duello fisico con Alcenat e crossa dal fondo; Giaccherini si fionda in area, anticipa Monuma e segna con un tiro basso di destro. Questo diventa il gol più veloce nella storia della nazionale azzurra. 2-0 al 72′: Balotelli riceve palla sulla destra, marcato da Guerrier; l’attaccante azzurro riesce a girarsi sul fondo e crossa basso arretrato, prima che la palla esca: da centro area El Shaarawy batte a rete di prima intenzione, il portiere Montrevil respinge ma sulla ribattuta è pronto Marchisio, in posizione regolare, a toccare facilmente in rete col destro. 2-1 all’85’: percussione di Peguero che entra in area nella parte sinistra: Astori lo contiene bene, portandolo verso l’esterno, ma lo colpisce ingenuamente sul piede d’appoggio, con il suo piede destro. Calcio di rigore netto: dal dischetto va il neoentrato Saurel che tira col destro, palla alla sinistra di Marchetti che intuisce ma non ci arriva. 2-2 al 92′: all’ultimo assalto il pareggio di Haiti. Lancio lungo, palla che rimbalza al limite dell’area italiana, Peguero riesce a prendere il tempo a Bonucci e col sinistro infila Marchetti in uscita.
Subito dopo il fischio finale Raisport ha raccolto le parole a caldo di Cesare Prandelli, allenatore dell’Italia: “E’ stata una brutta figura come risultato, avevamo uno spirito completamente diverso rispetto agli impegni ufficiali, in più siamo arrivati in Brasile ieri e abbiamo cambiato tanto rispetto all’ultima partita. L’inidicazione più evidente è che dobbiamo recuperare la miglior condizione fisica. Cinque giorni sono abbastanza per ritrovare brillantezza? Mi auguro di sì, oggi loro hanno vinto sistematicamente i duelli in velocità. Il 4-3-3 è il modulo di riserva? Oggi abbiamo trovato l’ampiezza, ma quando si cambia tanto è difficile trovare gli equilibri tra i reparti. Dobbiamo preoccuparci? No, per noi era una partita giocata con uno spirito diverso rispetto al solito. Questo non toglie niente alla brutta figura che abbiamo fatto“.