Si chiama Zaire, ha 11 anni compiuti e frequenta il “fifth grade” (sarebbe più o meno come la quinta elementare da noi). Di cognome fa Wade: se la storia di una persona si può scrivere attraverso i geni, questo ragazzino farà strada. Zaire è il figlio di Dwyane Wade, fresco campione NBA con i Miami Heat (23 punti e 10 rimbalzi in gara-7 di finale contro i San Antonio Spurs), giunto al suo terzo titolo personale, il secondo consecutivo. Wade, cresciuto nei bassifondi di Chicago e poi affermatosi all’università di Marquette (a Milwaukee) che ha portato alle Final Four NCAA, è stato scelto da Miami con la quinta scelta nel draft del 2003; alla 1 e alla 4 erano invece stati selezionati LeBron James e Chris Bosh, suoi compagni di squadra oggi (ma sui “Tres Amigos” bisognerebbe scrivere una storia a parte). Anche il padre aveva mostrato un talento precoce, incanalato poi nel modo giusto alla Richards High School di Oak Lawn (un sobborgo di Chicago). Rispetto al figlio (avuto dalla ex moglie Siohvaughn Funches; oggi Dwyane ha una relazione con l’ex modella Gabrielle Union) lui non ha avuto la fortuna di crescere in un ambiente “dorato” o anche solo normale; Chicago era (ed è) una delle città più violente degli Stati Uniti, e il quartiere nel quale Dwyane è stato tirato su (dalla madre divorziata, insieme a tre sorelle) non era certo uno dei più tranquilli. Ad ogni modo, grazie alla costanza e alla determinazione il numero 3 dei Miami Heat è diventato quello che è oggi: uno dei giocatori migliori della NBA, al di là delle preferenze e di come oggi il suo fatturato sia notevolmente calato rispetto alle Finali del 2006, quando aveva vinto quasi da solo contro i Dallas Mavericks. Il figlio Zaire, a giudicare da questo video, promette bene: nel corso del John Lucas Future of the Game Camp di Las Vegas, il ragazzino fa sfoggio di tiro da tre punti, cambi di direzione incrociando il palleggio, penetrazione, visione di gioco e assist che si lasciano guardare. E, anche, un certo atteggiamento “da star”. Se diventerà come il padre è presto per dirlo, ma il materiale sembra esserci…