Non è più l’allenatore del Barcellona. Lo ha annunciato la stessa società catalana: alle ci sarà una conferenza stampa per darne l’annuncio, ma intanto già tutti i quotidiani e siti Web hanno ripreso la notizia. Che è triste, e preoccupante: infatti il tecnico ha avuto una ricaduta nella sua malattia, un tumore alla ghiandola parotide che lo tormenta da quasi due anni, e che già nella scorsa stagione lo aveva costretto ad allontanarsi dalla panchina in alcune occasioni (a San Siro, contro il Milan, c’era il suo vice Jordi Roura). Lui stesso lo aveva detto, intorno ad aprile quando infine era tornato dopo due mesi di cure negli Stati Uniti: “Se non starò bene di salute lascerò la panchina”. Vilanova è riuscito a completare la stagione, vincendo peraltro la Liga; ma adesso non ce la fa, e ha deciso di dimettersi. E’ una notizia che nessun tifoso del Barcellona avrebbe voluto sentire: Tito era l’erede di Guardiola, la continuità di un progetto quadriennale che aveva portato i blaugrana sul tetto d’Europa e del mondo. Pazienza se negli ultimi giorni erano sorte polemiche tra i due grandi amici (sono cresciuti insieme in questo club): cose che i catalani veri, quelli con il Barcellona nel sangue, possono sopportare. Volendo essere cinici, potremmo dire che ha “vinto” Johan Cruyff: l’olandese, una delle leggende della squadra – come giocatore e allenatore – aveva detto senza troppi peli sulla lingua, come suo solito, che Vilanova non era in grado di stare in panchina, e che la dirigenza avrebbe dovuto pensarci. Ora Rosell e Zubizarreta dovranno farlo in modo forzato: chissà, questa sera potrebbero già presentarsi in conferenza stampa con il nome del successore. Lo avevano fatto proprio nel giorno delle dimissioni di Pep: lui stesso aveva fatto il nome di Vilanova, mentre i suoi fedeli pretoriani stavano seduti davanti a lui con lo sguardo impietrito e l’aria di chi assisteva al crollo di un impero. Ora ci siamo di nuovo: senonchè la storia d’amore tra Tito e il Barcellona è durata solo un anno, e magari lo strappo sarà meno doloroso pur se, nelle motivazioni, più drammatico. E adesso? Nell’augurare il meglio a Vilanova, il che significa guarigione, riportiamo che dalla Spagna danno come candidato numero uno alla panchina Joan Francesc Ferrer Sicilia, che tutti conoscono come Rubi. Perchè? Perchè è giovane (43 anni), è catalano doc, e da giugno fa parte dello staff tecnico del Barcellona, voluto da Tito. Al Camp Nou vige la regola della continuità e del progetto interno, ancor più che al Milan: ecco perchè Rubi è il nome giusto. A maggio ha sfiorato una storica promozione nella Liga con il Girona, perdendo la finale contro l’Almeria. Certo non è un nome che attirerebbe troppo la piazza, ed ecco perchè restano vive altre possibilità: intanto quella di Jordi Roura, il secondo di Vilanova che già l’anno scorso aveva guidato la squadra nei due mesi di assenza di Vilanova; in alternativa Marcelo Bielsa, che è un po’ il maestro di Guardiola e oggi è disoccupato. Sfumata la pista Ernesto Valverde, il favorito dello scorso anno: ha sostituito El Loco sulla panchina dell’Athletic Bilbao; così come sembra improbabile un ritorno di Frank Rijkaard, ovvero il fautore dello spettacolare 4-3-3 che poi Guardiola ha portato alla sublimazione. Ad ogni modo, stasera sapremo, forse, qualcosa.
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