Fa già notizia il rinnovo di Francesco Guidolin fino al 2017, fa notizia per molti motivi. Anzitutto perché si certifica un rapporto già abbastanza duraturo per gli standard italiani, terra di presidenti mangia allenatori fra cui Pozzo, come i tifosi friulani ricorderanno. Secondo motivo è che Guidolin è già amato (e quanto meno stimato dai più critici) per i traguardi raggiunti, adesso rischia di lasciare un segno indelebile nella memoria friulana che ha avuto pochi allenatori nel cuore come lui. Giacomini che negli anni settanta porto l’Udinese dalla C alla A in stagioni memorabili; Zaccheroni, attuale allenatore nipponico che impostò a Udine quella difesa a tre che ora è di moda in Italia ma in Friuli è tradizione, ed è anche leggenda da queste parti la partita vinta 3-0 contro la Juventus del ’97 in cui dopo l’espulsione del compianto Genaux l’allenatore inventò un modulo a tre in difesa. Guidolin conosce la storia dell’Udinese perché ne ha già fatto parte (1998-2000), e il suo rinnovo non è certo una decisione che porta l’ambizione di voler essere l’unico, il primo della classe; porta invece un altro motivo di novità, ossia il perdurare e l’affermarsi di un progetto. A Udine si lavora per la valorizzazione dei giovani per costruire l’ossatura della squadra e per garantirsi futuri investimenti, Guidolin dimostra da anni, non solo a Udine, ormai di essere un allenatore capace di lavorare con i giovani soprattutto con una preoccupazione che se fosse perseguita in Italia anche da altri presidenti/procuratori/allenatori sarebbe un bene, quella di non bruciarli. Il primo anno ebbe il coraggio, per molti era follia, di lasciare in tribuna Sanchez dopo le prime partite. L’anno scorso prese duramente di petto (e che petto!) Muriel per come si era presentato al ritiro fuori forma e poco motivato, a metà campionato poi si è rivelato l’arma in più dei friulani. Maicosuel ha rischiato parecchio a girar per i corridoi del Friuli dopo l’ormai mitico cucchiaio con il Braga, Guidolin ammise a metà stagione che per due settimane dovette sbollire, ma seppe aspettarlo e con discreti frutti, quest’estate O’Mago lo sta ripagando con impegno e maggiore concretezza, sabato contro il ci sarà e vedremo come si presenterà al suo critico più duro. Ultimissima grande novità del rinnovo risponde a chi sotto sotto, alla maniera tipica italiana, sospettava di qualche malumore o indecisione dell’allenatore. Guidolin ieri ha parlato in conferenza stampa di qualcosa che rivoluzionerebbe qualsiasi ambiente lavorativo e che mostra la bontà del progetto friulano. Ha parlato di fiducia. Fiducia nel proprio staff, fiducia nei suoi giocatori, che lo stanno ripagando con un impegno riconosciuto da tutti quelli che passano da Arta Terme-Imponzo, fiducia nella società. E poi ha parlato della possibilità di insegnare ai suoi giocatori. Non lo ha fatto con altezzosità, non dimentichiamoci di chi si parla, ma con desiderio di mettersi in gioco. Ed in effetti si è presentato più tranquillo del solito, ma lo conosciamo e tremino i suoi giocatori perché non c’è sgambata, partitella, amichevole che non sia degna del massimo impegno per l’allenatore di Castelfranco Veneto ormai friulano d’adozione. Prossimo obiettivo? Sicuramente la qualificazione in Europa League, ma come va ripetendo affettuosamente da un po’ di tempo con un motto imprescindibile: “Stin calmus”, che in friulano vuol dire stiamo calmi, andiamoci piano, un passo alla volta. E il primo passo è stato fatto, è arrivato. Buon lavoro. (Giovanni Bellina)