Il Tour de San Luis è finito molto bene per Sacha Modolo, il velocista veneto della Lampre-Merida che nell’ultima tappa si è tolto la soddisfazione di battere in volata un certo Peter Sagan, decisamente meno bene per Vincenzo Nibali, e non tanto perché il successo finale è andato al colombiano Nairo Quintana, quanto piuttosto per le preoccupazioni legate alla salute del corridore siciliano dell’Astana, uomo di punta del ciclismo italiano. Coinvolto sabato in una caduta che ha messo al tappeto una trentina di corridori a circa 30 chilometri dall’atteso arrivo in salita di Mirador del Sol, Nibali ha riportato un’infrazione all’ottava costola sinistra. Lo Squalo ha disputato l’ultima tappa con un bendaggio protettivo applicato dal fisioterapista di fiducia Pallini, ma per alcune ore si erano diffuse notizie piuttosto allarmanti sulle sue reali condizioni, e si parlava anche di fatica a respirare, tanto che il direttore sportivo Beppe Martinelli (rimasto in Italia) aveva chiamato il medico al seguito della squadra in Argentina. In realtà l’allarme è stato presto ridimensionato: “Tranquilli, sto bene. Niente di grave. Quando Appollonio è caduto ho provato a stare in piedi ma gli sono finito sopra. L’unico problema è che mi faceva male la botta a dormire come sono abituato, cioè a pancia sotto”, sono state le parole di Nibali riportate da La Gazzetta dello Sport. Globalmente il siciliano si è detto soddisfatto dalle sue prestazioni e dai dati analizzati insieme al procuratore Paolo Slongo. Attenzione ora al calendario delle prossime gare: come è noto, quest’anno a marzo Nibali dovrebbe disputare la Parigi-Nizza invece della Tirreno-Adriatico che ha vinto nelle ultime due edizioni, ma non sono da escludere possibili sorprese. Il bilancio degli italiani è invece globalmente positivo al termine della breve corsa a tappe argentina: oltre a Modolo, hanno vinto una tappa anche Giacomo Nizzolo e – nella cronometro – Adriano Malori.