Da giocatore: 2 scudetti, 1 Coppa Italia, 2 Coppe dei Campioni, 1 Coppa delle Coppe, 1 Coppa Intercontinentale. In panchina: 7 scudetti, 2 Coppe Italia, 1 Supercoppa italiana, 3 Coppe UEFA, 1 Coppa delle Coppe, 1 Supercoppa europea, 1 Coppa dei Campioni, 1 Coppa intercontinentale; 1 campionato tedesco, 1 Coppa di Germania, 1 Coppa di Lega tedesca, 1 campionato portoghese, 1 campionato austriaco. E’ bene ripassare quanto ha vinto in carriera Giovanni Trapattoni, che oggi (lunedì 17 marzo 2014) compie 75 anni. Il Trap è uno dei più spessi fili rossi di tre generazioni calcistiche: ci sono nonni che lo ricordano calciatore (mediano del Milan dal 1957 al 1971, prima di un’appendice a Varese), papà che l’hanno adorato come allenatore (il mio quasi pianse, quando lasciò Milano nel 1991) e giovani che ancora lo ammirano, pur non avendone vissuto i fasti. Non solo: Trapattoni è forse l’unica persona italiana capace di riunire Milan, Juventus ed Inter sotto lo stesso tetto (al pari, per capirci, del pifferaio magico Ibrahimovic); o se preferite uno dei pochi compatrioti che strappa un sorriso anche in Portogallo, Austria, Irlanda e soprattutto Germania: ecco il vero imperatore del calcio, non ce ne voglia il Kaiser Beckenbauer. Il successo del Trap è totale, a livello tecnico ed umano la sua persona ha riscosso consensi come pochissimi altri nella storia del calcio. Ma sarebbe sbagliato ridurne la popolarità odierna alle maccheroniche conferenze stampa in lingue straniere; Trapattoni è anzitutto uno straordinario uomo di sport, che per decenni ha tramandato valori sportivi e un’immediata simpatia, quasi umana fratellanza, valori non scontati per chi lavora sotto i riflettori mediatici (basti pensare a Mourinho, che come lui ha vinto in quattro pesi diversi: potrebbe mai allenare il Milan?). Il suo bagaglio d’esperienza è pieno di trofei e lascia spazio anche ai rimpianti, come la sfortunata avventura nippo-coreana con la Nazionale azzurra, ai Mondiali 2002. Sarebbe stato stupendo conquistare il mondo con lui in panchina: del resto un grande uomo passa anche da grandi cadute. Il bello è che non è finita: a 75 anni non ha ancora appeso le scarpette al chiodo ed anzi, probabilmente dal prossimo luglio sarà il c.t. della Costa D’Avorio. L’Imperatore di Cusano Milanino alla conquista del continente nero: sembra una favola dei Grimm, invece è tutto vero.
(Carlo Necchi)