L’Uruguay corre il serio rischio di essere escluso dai Mondiali di Brasile 2014. Non è un pesce d’Aprile, anche perché il “terremoto” che ha sconvolto i vertici del calcio uruguaiano è avvenuto quando oltre Oceano era ancora la sera di ieri, 31 marzo, con le dimissioni del presidente della Federcalcio locale, Sebastian Bauzà. Sembra che questa decisione sia arrivata al termine di un duro braccio di ferro tra la Federazione e il presidente del Paese latinoamericano, Josè Pepe Mujica. La Fifa ha aperto un’indagine su questa vicenda, e sarà dimostrata l’ingerenza della politica nelle vicende calcistiche l’Uruguay correrà il serio rischio di essere escluso dal torneo iridato, nel quale la squadra del c.t. Oscar Tabarez è stata inclusa nel gruppo D, lo stesso dell’Italia – che dovrebbe sfidare i sudamericani il prossimo 24 giugno a Natal. Secondo il giornale locale ‘El Pais’ la Conmebol (la Uefa del Sud America) ha reso noto che le pressioni sull’esecutivo della Federcalcio provengono da un gruppo imprenditoriale che ha a sua volta dei vincoli con il governo di Mujica. Se sarà dimostrato che l’esecutivo è in qualche modo intervenuto negli affari della Federcalcio a beneficio di una terza parte, la Fifa potrebbe sospendere la Federcalcio uruguaiana, e addio ai Mondiali. Non sarebbe a dire il vero la prima volta: anche il Cio è particolarmente sensibile all’indipendenza dello sport, e ad esempio – per fare un esempio recentissimo – il Comitato olimpico indiano fu sospeso a pochi giorni dal via delle Olimpiadi di Sochi. Tuttavia, l’eventuale esclusione di una Nazionale come l’Uruguay dai Mondiali di calcio sarebbe certamente la più clamorosa nella storia, sia per l’importanza della Nazione coinvolta sia per quella dell’evento. La Federcalcio sarà gestita in modo provvisorio, fino a dopo i Mondiali, da cinque presidenti di club. Ma come si è arrivati fino a questo punto? Qualche giorno fa, il presidente Mujica aveva criticato i club sul fronte della sicurezza, precisando che era disposto anche a “fermare il calcio” pur di riuscire a bloccare la violenza delle tifoserie ultrà: gesto estremo in un Paese che vive di calcio. Poi Mujica aveva ordinato alla polizia di ritirarsi dai due principali stadi della capitale Montevideo, cioè quelli del Penarol e del Nacional, le due squadre che hanno scritto la storia del calcio uruguaiano: “Sono le due società che devono essere le prime a reagire, visto che rappresentano il 90% del nostro calcio. Ogni volta viene chiesta più sicurezza negli stadi, dopo però niente viene rispettato. E per di più è la polizia a finire sotto accusa”. Mujica si proponeva di ottenere da Nacional e Penarol i nomi dei leader delle ‘barras bravas’, cioè le frange più estreme delle tifoserie.
Per la mancanza della polizia, le autorità hanno deciso di rinviare una partita in programma al Centenario tra il Penarol e il Miramar Misiones. Insomma, sono giorni difficili per il calcio, che hanno portato alle dimissioni dell’intero comitato esecutivo della Auf, la Federcalcio uruguayana, con il presidente Mauza in testa. Dal punto di vista della Fifa, quello che conta è che questa decisione non sia stata presa a causa di ingerenze del potere politico, come lo stesso Presidente della Repubblica si è affrettato a precisare: “Questo è un problema interno del calcio, devono aver avuto dei problemi interni”. Se però così non dovesse essere, ecco che l’esclusione dai Mondiali diventerebbe una possibilità concreta. Sarebbe un vero e proprio choc per l’intera nazione, e ora campioni come Edinson Cavani e Luis Suarez corrono il rischio di non poter partecipare al torneo iridato, dove l’Uruguay è semifinalista uscente. (Mauro Mantegazza)