Siamo a Wimbledon 2014, in finale, e la vincitrice di quest’anno, Petra Kvitova, la conosciamo già: quella che non conosciamo o che abbiamo appena imparato a conoscere è la sua avversaria, Eugenie “Genie” Bouchard. E’ canadese di Montréal, ha solo 20 anni e ha esordito nel tennis come professionista in Fed Cup durante gli spareggi del 2011, nel 2012 ha partecipato alla seconda edizione del Citi Open ed è stata eliminata ai quarti di finale, perdendo contro Sloane Stephens. Nello scorso 2013 ha provato ad approdare a Sidney e all’Australian Open senza grosso successo, ma ha raggiunto il terzo turno al Torneo di Wimbledon, dove è stata poi eliminata da Carla Suarez Navarro. Tutto questo prima dei venti anni: nel 2014, la vediamo in campo contro Petra Kvitova, a giocarsi la finale dei Wimbledon, con una carica e una grinta che hanno dell’eccezionale. Ai Championships del resto aveva già trionfato: nel 2012, singolare e doppio juniores. Questa non è certo la prima impresa di questa scoperta del mondo del tennis, in questo 2014: Eugenie è stata all’Australian Open e anche al Roland Garros, dove in entrambe le occasioni si è guadagnata la semifinale, per poi venire eliminata rispettivamente da Li Na e niente di meno che la futura vincitrice, Maria Sharapova. Con la finale di Wimbledon, è solo la sesta volta dal 2000 che una giocatrice raggiunge almeno le semifinali nelle prime tre prove Slam dell’anno; in tutto ciò, Eugenie Bouchard è stata la prima canadese di sempre a giocare la finale di un Major, e sarà quella ad aver raggiunto la posizione più alta nel ranking WTA (da domani sarà numero 7). Non ancora soddisfatta la giovane ventenne si è conquistata il campo di Wimbledon per disputare la finale, dopo aver battuto con un punteggio di 7-6 6-2 Simona Halep. Un record, dunque, ineguagliabile, una successo che passerà alla storia e verrà sempre ricordato e preso come termine di paragone. Tutto ciò, a soli venti anni, essendo, appunto, nata il 25 febbraio del 1994. Quello che cattura, oltre all’eccezionale bravura in campo e alla tenacia dimostrata nonostante la giovane età, è sicuramente la sua freschezza e la sua serenità. Basta guardare il suo profilo ufficiale, pieno di foto divertenti, saluti allegri e anche selfie prima e dopo i match, come quello con Jim Parson, l’ormai celebre Sheldon Cooper dell’esilarante serie tv The Big Bang Theory. O anche come la foto che la ritrae davanti all’entrata del campo n°14 di Wimbledon, dove è scritto chiaramente che non va utilizzato… e lei commenta, con un sorrisetto “Don’t tell anyone”, pronta all’azione con la racchetta in mano. Ha conquistato tutti, mettendo in ombra l’avversaria, e ha anche espresso il desiderio di conoscere Justin Bieber, scherzando alla vigilia della finale anche davanti ai microfoni di Winbledon, non certo abituati a tanta allegria e scompostezza, “Spero che Justin mi abbia notata. Sto lavorando sodo e vorrei rivedere il mio lavoro ripagato”. Ma dietro la maschera della teenager che ama i pupazzi di peluche (che i fans prontamente glin lanciano dalle tribune) c’è la mente fredda e razionale di una trentenne, quella che non è, e che la fa dire che “la finale a Wimbledon non mi sorprende: io mi alleno duramente e costantemente, i risultati sono una conseguenza”. Certamente, viste le premesse, seguire questa nuova stella nella sua carriera ripagherà tutti gli amanti del tennis.