Sedici mesi di squalifica al presidente del Coni Giovanni Malagò da parte della Commissione Disciplinare della Fin (Federazione Italiana Nuoto) come tesserato della Federnuoto, in quanto Malagò è anche il numero 1 della società Canottieri Aniene, quella tra gli altri anche di Federica Pellegrini. La sentenza riguarda il procedimento a carico del capo del comitato olimpico italiano per alcune sue frasi su presunte doppie fatturazioni della Federazione guidata dal presidente Paolo Barelli, che da tempo è in pessimi rapporti con Malagò. Per Malagò dunque scatta la sospensione da ogni attività sociale e federale (del nuoto) per il periodo in questione. E’ stata così riconosciuta la responsabilità di Malagò per mancata lealtà e dichiarazioni lesive della reputazione del presidente federale Barelli, denunciato dal Coni per una presunta doppia fatturazione. Il caso era nato per una denuncia del Coni, presieduto da Malagò, alla Procura della Repubblica di Roma, per una presunta doppia fatturazione per 820mila euro per lavori di manutenzione della piscina del Foro Italico in occasione dei Mondiali di nuoto ospitati a Roma nel 2009. Nel registro degli indagati era stato iscritto il presidente della Federnuoto Barelli, ma il pubblico ministero aveva chiesto al giudice per le indagini preliminari l’archiviazione. La partita giudiziaria era stata poi riaperta dalla decisione di quest’ultimo di chiedere un supplemento di indagini, tuttora in corso. I colpi di scena non sono mancati, sia più strettamente legati a questa vicenda nella quale Malagò si difende dicendo di avere parlato come presidente Coni, non tesserato Fin sia a livello di rapporti umani: la Fin ad esempio non aveva gradito (e lo aveva fatto notare anche pubblicamente) il fatto che Malagò, in quanto presidente del Coni, non aveva fatto i complimenti per i successi azzurri agli Europei di Berlino. Adesso arriva la squalifica, ma presumibilmente la vicenda non finirà qui.