Atalanta-Chievo finisce 1-1. 60 minuti di ballo liscio, con qualche accelerazione di ritmo ma più casuale ed episodica che ricercata. Poi 20 minuti di rock’n’roll. Atalanta-Chievo è questo, se vogliamo metterla in termini musicali: i due solisti, davvero da applausi a scena aperta per quanto propongono, si chiamano Zappacosta e Lazarevic. Il match dell”Atleti Azzurri d’Italia’, spazzato da un vento fastidioso e continuo, vive su qualche scossone fino al tagliente destro di Zappacosta del minuto 72: il primo, il più pericoloso per l’equilibrio della contesa, è quello che porta Schelotto ad un sospiro dal gol ad inizio partita. La deviazione d’istinto e disperazione di Sportiello con la caviglia vale tanto, tantissimo per i suoi. Perchè permette a Maxi Moralez di continuare a fare da supplente ad un Baselli non all’altezza dello sfavillante pomeriggio di Genova, pur senza la collaborazione delle punte. Eppure proprio il gioiello nerazzurro avrebbe la possibilità di segnare, così come Denis, nel finale di prima frazione. Imprecisione e mancanza di brillantezza al momento giusto complicano i piani di Colantuono, che poi al rientro delle squadre dagli spogliatoi aspetta fino alla metà del secondo tempo per piazzare le due mosse (nelle sue speranze) decisive: dentro Cigarini e Bianchi, Chievo messo ulteriormente indietro – con la collaborazione tattica di Maran – e infine gol (non direttamente conseguente dai fattori appena citati). Perchè il merito singolo e la giocata individuale, nel caso della saetta di Zappacosta, è evidente. A quel punto sembra tutto in discesa, il Chievo è costretto a cambiare ancora piano generale, fuori Dainelli per Pellissier, attacchi finali all’arma bianca. Nulla di trascendentale in realtà, l’Atalanta controlla senza patemi ed è solo Paloschi a farsi notare. Fino a quando dalla panchina esce Lazarevic, ultimo cambio: Bellini lo ferma una prima volta, giallo. Poi il capitano nerazzurro stende Pellissier, subito dopo, ma con la punta clivense che parte qualche centimetro avanti rispetto al suo marcatore e dunque in fuorigioco. Proteste, concitazione, poi il silenzio di paura che accompagna la traiettoria ad arcobaleno dello stesso Lazarevic. Palla all’incrocio e match in ghiaccio, anche se la rabbia bergamasca ci metterà un pò a sbollire. (Luca Brivio) Video non disponibile