Sembra giunto ad una svolta il giallo della scomparsa di Yulia Balykina, l’atleta bielorussa di cui non si hanno più notizie dallo scorso 28 ottobre, giorno in cui è stata avvistata per l’ultima volta a Minsk, la città dove risiedeva, prima di allontanarsi in auto dal luogo di lavoro. E’ stata una delle persone che lavoravano con la Balykina presso il centro sportivo della BFSO Dinamo a lanciare per prima l’allarme: i numerosi squilli a vuoto del telefono cellulare dell’ex velocista e la prolungata assenza da casa hanno portato a segnalarne la sparizione presso le autorità. Le ricerche non hanno però dato alcun frutto, e la denuncia di scomparsa si è ben presto tramutata in un’indagine per omicidio. Nonostante le speranze dei genitori di Yulia, ancora residenti in Ucraina e giunti a Minsk appena appresa la notizia, i risultati delle indagini condotte fino ad ora lasciano poco spazio alla possibilità di ritrovare l’atleta ancora in vita. Secondo una nota ufficiale rilasciata dalle autorità investigative di Minsk tramite il portavoce ufficiale Sergei Kabakovich, le ricerche effettuate presso l’abitazione e nell’auto di Yulia Balykina hanno portato alla luce tracce di natura organica che insieme ai numerosi altri indizi e al materiale raccolto convergono nell’indicare che con ogni evidenza l’atleta scomparsa è rimasta vittima di un omicidio.
Sono ancora molti i lati oscuri della vicenda, e la polizia della capitale bielorussa ha scelto di mantenere il più stretto riserbo sui dettagli nell’attesa di portare a compimento le indagini e giungere al ritrovamento della donna. È stato tuttavia reso noto l’arresto dell’uomo che attualmente è detenuto dalle autorità in qualità di unico sospetto del presunto omicidio. L’indagato, Dimitri V., è un 27enne di nazionalità russa, ex compagno e convivente della vittima, al cui fermo gli inquirenti sono giunti dopo aver raccolto numerose testimonianze e deposizioni. Dimitri, rimasto orfano in giovane età in seguito alla tragica uccisione di entrambi i genitori, è stato cresciuto in Russia dagli zii. Ha vissuto a lungo a Mosca, dove è diventato padre di un bambino e ha lavorato come piastrellista ed imbianchino. È proprio il lavoro di Dimitri, dopo il trasferimento a Minsk, a portarlo per la prima volta a casa di Yulia Balykina, impegnata nei lavori di ristrutturazione della propria abitazione. Entrambi hanno alle spalle un matrimonio fallito, ed è forse questo che li spinge ad avvicinarsi e a cominciare una relazione. Amici e conoscenti parlano di un rapporto travagliato, finito da qualche mese in seguito forse a problemi di gelosia o, secondo altri, a causa di contrasti di natura economica. Se tutto il paese piange la scomparsa di un’atleta molto amata e nota in Bielorussia, sono i colleghi e gli amici ad essere i più scioccati dalla drammatica vicenda. Tutti ricordano Yulia come una persona brillante, aperta e disponibile, che aveva superato la delusione per la squalifica dalle competizioni dedicandosi con entusiasmo al proprio lavoro di allenatrice. Nel 2013 infatti, nel corso di un controllo effettuato lontano dalle competizioni, la velocista è risultata positiva all’antidoping in seguito all’utilizzo di steroidi anabolizzanti. Nonostante la lontananza forzata dalle gare la Balykina ha mantenuto il contatto con il mondo dell’atletica e della velocità allenando i bambini della squadra per cui aveva gareggiato. Yulia Balykina è nata nel 1984 in Mongolia. Trasferitasi prima in Ucraina e poi, nel 2008, a Minsk, Yulia è stata più volte campionessa nazionale nei 100 e 200 metri, diventando una delle più celebri icone sportive del proprio paese. Nel 2012 la sprinter bielorussa ha partecipato alle Olimpiadi di Londra gareggiando nella staffetta 4×100 e nei 100 metri. Prima che la squalifica ne interrompesse bruscamente la carriera, in patria allenatori e commentatori sportivi vedevano nella Balykina la naturale erede della campionessa olimpica Nesterenko. Ma il tragico destino aveva in mente un altro finale per la favola della bella e sfortunata Yulia.