Assurda vicenda – a pensarci bene – accaduta a Sergi Guardiola. Chiariamo subito: non cè nessun legame di parentela con il più celebre Pep, ma se ti chiami Guardiola e vai a giocare nel Barcellona qualche suggestione e speranza puoi suscitarla. Il problema è che Sergi la maglia blaugrana non la vestirà mai: è stato licenziato dal club unora dopo aver firmato il contratto. Cera la foto di rito e la firma ufficiale; attaccante di 24 anni, Sergi Guardiola avrebbe rinforzato le fila del Barcellona B, arrivando dai 18 gol segnati con la maglia dellAlcorcon in Segunda Division. Oggi però siamo nellera globale dei social network, e così qualche tifoso è andato a scovare il profilo Twitter ufficiale del giocatore. E qui la sorpresa: sono state trovati post, risalenti ad un Clasico di due anni fa, nei quali Guardiola dichiarava il suo tifo per il Real Madrid. Non solo: rispondendo a un commento (non esattamente oxfordiano) di un tifoso del Barcellona, rispondeva con una frase offensiva contro la Catalogna. Immediata la rivolta mediatica: i sostenitori blaugrana hanno iniziato a chiedere a gran voce che Sergi Guardiola fosse licenziato. Detto fatto: il punto è che la rescissione del contratto è arrivata non tanto per un tutto sommato innocente Hala Madrid, quanto per le frasi contro la Catalogna (come ha esplicitato il comunicato ufficiale del club). Perchè a Barcellona non si può scherzare su certi temi; Guardiola, quello più famoso, lo scorso settembre era stato simbolicamente inserito nella lista per lindipendenza alle elezioni catalane, e lui stesso si era messo in fila per il sì affermando che questo voto va oltre il Barcellona. Da parte sua, Sergi Guardiola ha parlato di un malinteso: E successo due anni fa ha spiegato – come si legge su gianlucadimarzio.com non sono anti-catalano, nè anti-nulla. Sognavo di giocare nel Barcellona, ora questo sogno si è spezzato. Guardiola ha anche chiesto scusa alla società e alla Catalogna: Il club si è comportato molto bene con me, e capisco la sua decisione. Che questo mi serva di lezione.
(Claudio Franceschini)