Alla fine la federazione italiana ha confermato Mauro Berruto come allenatore della nazionale maschile di pallavolo. Non era scontato: dopo una serie di medaglie culminate nel bronzo olimpico del 2012, il gruppo guidato dal piemontese aveva clamorosamente steccato i Mondiali in Polonia, giungendo tredicesimo e mancando la prima possibilità di accesso ai Giochi di Rio de Janeiro. Rimasto defilato alla ricerca di un punto dal quale ripartire, Berruto ha parlato alla Gazzetta dello Sport del suo nuovo inizio; che prevede uno staff quasi tutto cambiato e come suo assistente la figura di Gianlorenzo Blengini, già al suo fianco per quattro anni in Serie A e oggi a Latina, dove occupa la sesta posizione in classifica di SuperLega. Ha confidato, Berruto, che il Mondiale gli brucia ancora per una serie di componenti che stiamo ancora analizzando; e che bisognerà ripartire dal lavoro duro e dalla disponibilità incondizionata da parte di tutti. Significa questo che le convocazioni sono tutte da decidere: in estate si giocheranno World League ed Europei ma al momento la Nazionale è una tabula rasa. Potrebbe tornare Cristian Savani perchè questa nuova avventura è un libro bianco e aperto; potrebbero esserci, anzi ci saranno sicuramente, nuovi giovani dei quali Berruto ha tracciato i nomi. Simone Giannelli e Tiziano Mazzone, Gabriele Nelli e Luigi Randazzo; per gli altri lo spazio cè sempre. Ma il problema resta quello della crisi economica, che ha indebolito il nostro campionato e i grandi campioni stranieri e i migliori esponenti italiani non ci vedono più come un centro di attrazione. Tutto il resto sarà lavoro e lavoro; ripartire dal bel gioco, dalla voglia di esprimerci bene, dal riaffermare la storia sportiva di una Nazionale che è la mia. Compito arduo, ma Mauro Berruto non è certo uomo che si tiri indietro.