Lo abbiamo detto ieri, poco dopo l’ace con cui Kristina Mladenovic piantava gli ultimi chiodi sulle speranze dell’Italia del tennis femminile: l’eliminazione dalla Fed Cup 2015 per mano della Francia, dopo essere stati avanti 2-0, ha del clamoroso. Non può certo paragonarsi alla Caporetto che la Nazionale di calcio incontrò nel 1966: Caroline Garcia ha un pedigree superiore a quello che avesse ai tempi Pak Doo-Ik, il confronto regge poco. Però, la sconfitta ha dell’incredibile. E però abbiamo scritto: giusto l’esame di coscienza e l’analisi di quanto accaduto, ma finisce lì perchè non sempre si può vincere. Lo sanno i giocatori, dovrebbero saperlo anche i tifosi. Evidentemente no, perchè Sara Errani ha avuto qualche problemino con i commenti che in particolare sono arrivati sui siti dei quotidiani sportivi in merito al 2-3 incassato ieri. “Grazie mille a tutti per i vostri insulti”, con tanto di mani che applaudono e pugni nell’atto di essere sferrati: questo il tweet della bolognese. No, l’Italia in poltrona non l’ha presa bene. Un paio di retweet a corroborare il messaggio e poi un ringraziamento, questa volta sincero, a chi era a Genova o davanti alla televisione e veramente ha incitato fino all’ultimo. C’è ben poco da aggiungere: sicuramente la Errani non è scesa in campo provando a perdere, senza fiducia o con motivazioni scarse. Sicuramente la doppia batosta nei singolari della domenica aveva tolto inerzia e savoir faire alla nostra nazionale, ed è così – e con la super prestazione avversaria – che si spiega la débacle. Sicuramente chi ha scritto che la coppia azzurra (che ha vinto tutto, e pure più volte) ha un gioco noioso e meglio sarebbe far giocare le giovani (come se Camila Giorgi avesse 45 anni) non ha ben chiaro qualche meccanismo del tennis. E sicuramente non è chiaro che se vuoi giocare la Fed Cup è perchè ci tieni veramente, e in tutti questi anni nessuna delle azzurre si è mai risparmiata e se abbiamo in bacheca quattro trofei negli ultimi dieci anni è innanzitutto merito di quelle che avrebbero un gioco “a tamburello”. Tutto il resto va cancellato subito: da parte delle ragazze che ora si devono ritrovare per i playoff, e da parte di chi ne ha messo in dubbio la professionalità. Se si può fare un piccolo appunto a Sara, ci sia permesso, è che meglio, forse, avrebbe fatto a non rispondere e lasciare passare; purtroppo i social network possono essere “pericolosi” e alimentare polemiche sterili. Detto questo, va pur riconosciuto alla nostra tennista di aver sì risposto, ma con tutto lo stile del mondo (merce rara, evidentemente). Meglio concentrarsi sulle prossime partite, e naturalmente vale in prima persona per chi inevitabilmente sarà comunque, un’altra volta, davanti alla televisione.
(Claudio Franceschini)