Un gol due settimane fa contro lo Yubilo Iwata, un gol nel fine settimana contro il V-Varen Nagasaki. Serie B giapponese: difficile che questi nomi facciano saltare sulla sedia, ma il marcatore probabilmente sì. Kazuyoshi Miura oggi ha 48 anni e continua a segnare, celebrando con la sua antica danza – nata, come ricorda anche Repubblica, con la maglia dello Yomiuri Verdi; già questa sarebbe una notizia quasi da copertina, ma il fatto che in Italia i gol del giapponese dello Yokohama FC si notino e trascrivano con attenzione è ovviamente dovuto al suo passato. Miura arrivò al Genoa nellestate del 1994: il Grifone, non più lo squadrone della semifinale di Coppa UEFA ma con qualche reduce in rosa, sognava Jurgen Klinsmann e si ritrovò in squadra un samurai che nel suo Paese era una celebrità pazzesca. Grande realizzatore, sposato con una modella, simbolo del Sol Levante che si espandeva nel mondo del calcio e che di lì a quattro anni avrebbe organizzato i Mondiali, cercato da tante aziende come uomo sponsor: il Genoa realizzò unimponente operazione commerciale, fu la prima società italiana a portare un giapponese in Serie A, poco prima del Perugia di Hidetoshi Nakata e della Reggina di Shunsuke Nakamura. Il problema è che in campo il Samurai non girava: Franco Scoglio, allenatore pragmatico, lo vedeva poco e lo utilizzava ancora meno. Miura segnò un solo gol: poteva essere storico perchè si trattava di un derby contro la Sampdoria, ma il Genoa perse (3-2), cambiò due volte allenatore nel corso della stagione e Kazuyoshi Miura, il bomber del Sol Levante, volò in Giappone poco prima che la squadra affrontasse e perdesse gli spareggi per restare in Serie A contro la Fiorentina. Unaltra esperienza europea con la Dinamo Zagabria, il volo in Australia in quel Sydney FC che sette anni dopo avrebbe accolto un altro fenomeno globale (di ben altra pasta sul campo) come Alessandro Del Piero, quindi – nel 2006 – la firma con lo Yokohama FC. Dove continua a segnare e a far impazzire i tifosi; e non solo, visto che i contratti con gli sponsor e le comparsate in televisione sono gli stessi di sempre. Sì, anche a 48 anni si può giocare e segnare; magari non in Italia. (Claudio Franceschini)