Non aveva affatto convinto la storia dei nuotatori Usa rapinati a Rio dopo una serata a base di party, prima del loro rientro al Villaggio Olimpico. Anche per tale ragione, il giudice del Tribunale di Rio aveva deciso di vietare il ritorno in America degli atleti, al fine di fare chiarezza su quanto accaduto, confiscando loro i passaporti in attesa di nuovi interrogatori. L’unico nuotatore che aveva fatto ritorno negli Stati Uniti dopo essere stato protagonista lo scorso lunedì di un interrogatorio, era stato Ryan Lochte il quale, raggiunto telefonicamente dalla Nbc, come riporta Gazzetta.it, aveva rivisto la sua versione iniziale, ammorbidendo il racconto rispetto a quanto riferito alla polizia brasiliana. Pur confermando la rapina ai danni della sua compagnia di nuotatori, l’atleta americano aveva però ricollocato la vicenda in una stazione di benzina, senza citare la presenza di una pistola puntata alla testa, come invece testimoniato inizialmente. Secondo quanto riferito da fonti della polizia alla BBC, tuttavia, i nuotatori Usa avrebbero inventato l’intera storia della rapina nel tentativo di nascondere una rissa avvenuta allinterno di una stazione di servizio. Qui, uno dei nuotatori avrebbe rotto la porta del bagno innescando la rissa. Quando furono chiamate ad intervenire le guardie di sicurezza, ad avere la peggio fu proprio una di loro, rimasta ferita. Nelle prossime ore è in programma una conferenza stampa da parte delle autorità brasiliane che alla Abc hanno confermato la presenza di un video che incastrerebbe Lochte e gli altri nuotatori Usa. Gunnar Bentz, Jack Conger e James Feigen, ancora presenti in Brasile, saranno sentiti oggi dalla polizia del posto stando a quanto riferito da Patrick Sandusky, portavoce del Comitato olimpico Usa (Usoc), il quale ha precisato come tutti e tre gli atleti sono assistiti da un avvocato e appoggiati dall’Usoc e dal Consolato Usa a Rio. La vicenda della finta rapina, quindi, che finora aveva aperto un vero e proprio giallo attorno a Lochte e compagni, potrebbe presto concludersi con la confessione di quanto realmente accaduto la scorsa domenica a Rio.