Marek Hamsik: “Napoli è casa mia”, questo il messaggio del capitano partenopeo in una lunga intervista rilasciata ai microfoni del Corriere dello Sport. Il centrocampista slovacco, faro della mediana di Carlo Ancelotti, è rimasto in Campania nonostante le super offerte ricevute dalla Cina nel corso dell’estate ed ha commentato: “Ormai Napoli è casa mia e sono orgoglioso di stare qua. È una città in cui vivo bene e in cui non mi sento straniero. Napoli è migliore di tanti stereotipi e tanti pregiudizi”. Continua Hamsik, parlando della città: “È una città splendida e i napoletani sono calore umano e intelligenza, senso dell’umorismo e generosità. Spero di portare ancora avanti la mia carriera nel Napoli. Vediamo cosa sarà, ma spero in me stesso. E poi sono legato a Castel Volturno, dove vivo. Pensi che mi conferiranno la cittadinanza onoraria. E io sono molto grato è orgoglioso di questo”. E ancora, dalla città si passa alla popolazione, sempre in termini entusiastici: “I napoletani sono caldi, competenti , vivono il calcio come un gioco, ma un gioco importante. Per un calciatore è l’ambiente ideale. Aggiunga il mare meraviglioso e il mangiare sopraffino ed è spiegato facilmente perché chi arriva a Napoli difficilmente ha poi piacere ad andarsene”.
SARRI: “MALATO DI CALCIO”
Numerosi i temi trattati dal capitano della formazione azzurra, come ad esempio le difficoltà del Napoli a vincere lo scudetto nonostante le ottime stagioni disputate negli ultimi anni: “Per la semplice ragione che ci sono squadre molto forti, squadre costruite da anni per vincere in Italia. Squadre che ora sembrano costruite persino per vincere in Europa”. Marekiaro, così come è soprannominato dalla tifoseria, ha poi parlato del suo ex tecnico Maurizio Sarri, ora manager del Chelsea: “Era un uomo del campo, viveva ventiquattro ore su ventiquattro in campo. Era davvero malato, veramente, non trascurava niente, neanche i minimi particolari”. Infine, una battuta sul gol più bello siglato nel corso della sua carriera azzurra: Quando abbiamo vinto la Coppa Italia contro la Juventus, nel 2012. Una gioia incredibile. E poi quello con il Milan quando attraversai il campo con la palla al piede e poi segnai”. Il giocatore più intelligente con cui ha giocato invece è “Pepe Reina. Grande cervello, grande persona. Un leader”.