Francesco Totti: “Luciano Spalletti è quello che ha spinto di più per il ritiro”, l’ex capitano della Roma torna sul suo ritiro dal calcio giocato e, ai microfoni de Il Venerdì de La Repubblica, ha parlato della nuova vita da dirigente ma non solo. Fu l’attuale tecnico dell’Inter a spingere per il suo ritiro dal calcio giocato: “È quello che ha spinto di più. Con la società erano una cosa sola”. Il Pupone ora ha iniziato una nuova vita da dirigente e ha spiegato le difficoltà del ruolo: “I giocatori sono bestie, sono bastardi, ma mi portano rispetto. Io ero come loro, li conosco bene, conosco il loro linguaggio segreto fatto d’occhiate, mezze parole. Cerco di rendermi utile. Nello spogliatoio ora si parla quasi solo inglese. Se non lo sai non capisci niente. E si fa meno gruppo. In ritiro, rientrato dal campo, ognuno si isola in camera sua col telefonino a navigare o mandare messaggi”.
LA NUOVA VITA DI FRANCESCO TOTTI
Nel corso della lunga intervista rilasciata a Repubblica Francesco Totti ha poi commentato come trascorre le sue giornate nella nuova veste: “Ancora non mi annoio. Le giornate sono quasi come quelle da calciatore. Mi sveglio, porto i figli a scuola, poi vado a Trigoria, sto col mister, la squadra, seguo tutti gli allenamenti. Dopo pranzo torno e mi dedico ai ragazzi”. La leggenda di casa Roma ha poi spiegato perchè ha deciso di smettere definitivamente e di non tentare un’esperienza in un club diverso da quello giallorosso: “Perché non hai chiuso giocando in Asia o America? Perché avrei rovinato 25 anni di carriera. Ho sempre detto che avrei indossato un’unica maglia, sono uno di parola. Il Milan era pronto a versare 300 milioni per me quando avevo 12 anni? In quel caso il no fu della mia famiglia, soprattutto di mia madre. È vecchia maniera: apprensiva, possessiva. Papà lavorava fino a tardi. Era sempre lei a starmi dietro. Mi voleva tutto per sé”.