Il Genoa non riesce proprio a vivere giorni sereni con la giustizia sportiva. Infatti, se soltanto ieri era arrivata la bella notizia dell’archiviazione delle indagini sul derby Genoa-Sampdoria del maggio 2011 (clicca qui per leggere), oggi la Procura della Federcalcio ha deferito alla Disciplinare la società del Grifone, il suo presidente Enrico Preziosi, il dirigente Francesco Salucci e ben 16 giocatori per quanto era avvenuto durante l’incontro di serie A Genoa-Siena del 22 aprile scorso. Quella partita entrò nella storia delle ‘pagine nere’ del nostro calcio circa alla metà del secondo tempo, con il Siena in vantaggio clamorosamente per 4-0 a Marassi, quando la contestazione degli ultras rossoblù si scatenò e i giocatori rossoblù si erano tolti le maglie e le avevano date al gruppo di tifosi che avevano interrotto il match contestando la squadra e chiedendo appunto la consegna delle casacche, ritenendo i calciatori ‘indegni’ di indossarle. I tesserati dovranno per questo motivo rispondere della violazione dell’art. 1 del Codice di Giustizia Sportiva. La società Genoa dovrà rispondere per responsabilità diretta in relazione alla condotta del proprio presidente e per responsabilità oggettiva in relazione alla condotta del proprio dirigente e dei giocatori. I giocatori deferiti sono Sebastien Frey, Andreas Granqvist, Marco Rossi, Rodrigo Palacio, Giandomenico Mesto, Cesare Bovo, Juraj Kucka, Alberto Gilardino, Davide Biondini, Luis Miguel Pinto Veloso, Jose Eduardo Bischofe, Valter Birsa, Kahka Kaladze, Jorquera Torres Cristobal, Giuseppe Sculli e Luca Antonelli, naturalmente tutti tesserati per il Genoa all’epoca dei fatti. Nel dispositivo si rileva che la Procura guidata da Stefano Palazzi ha avviato l’attività istruttoria dopo aver ricevuto il 13 luglio scorso gli atti di indagine posti in essere dalla Procura della Repubblica di Genova. Ai giocatori, la Procura contesta di aver “consegnato durante la gara – interrotta a causa di una contestazione, preventivamente organizzata, all’inizio del secondo tempo da un manipolo di sedicenti tifosi – le maglie di gioco a fronte di una specifica richiesta, cedendo così ad un’illegittima pretesa loro rivolta e di fatto legittimando un comportamento violento, intimidatorio ed aggressivo da parte dei medesimi sedicenti tifosi”.
In particolare è critica la posizione di Giuseppe Sculli, che secondo la Procura Federale avrebbe “reso dichiarazioni non veritiere, in quanto a conoscenza dell’organizzazione preventiva della contestazione nonché della preordinazione dei tumulti per la gara Genoa-Siena, perchè riferitagli direttamente da uno dei capi ultrà della tifoseria del Genoa e per aver poi intrattenuto contatti con alcuni esponenti della tifoseria ultrà locale”. Al presidente Preziosi e al dirigente Salucci si contesta il fatto di “aver invitato e, comunque, consentito che i propri calciatori consegnassero le magliette di gioco”. Infine, il Genoa deve rispondere “della violazione dell’art. 4, commi 1 e 2, del Cds, per responsabilità diretta in relazione alla condotta anti-regolamentare ascritta al proprio presidente e per responsabilità oggettiva in relazione alla condotta anti-regolamentare ascritta al proprio dirigente ed ai propri calciatori”.