Non ci sono parole per descrivere l’impresa di David Lekuta Rudisha, atleta keniota medaglia d’oro negli 800 metri maschili a Londra 2012. O forse si, sono le più semplici, vere e e storicamente profonde: record del mondo. Rudisha non ha vinto la gara degli 800 metri: ne ha riscritto la storia. 1.40.91, queste le cifre dell’impresa. Una performance incredibile, ottocento metri di storia e gloria olimpica. Una gara dominata dal primo all’ultimo dei centoventi secondi scarsi che è durata. Una sfida primaditutto contro sé stesso, e quel record che proprio Rudisha aveva stabilito al meeting di Rieti nell’Agosto 2012 (1.41.01). Il keniano ha migliorato di un decimo il proprio primato, e l’ha fatto alle Olimpiadi: meglio di così non si può fare. La corsa: un monologo di gloria per il ventitreenne di Kilgoris, che ha imposto un ritmo altissimo ad avversari impotenti, per quanto preparati e competitivi. Non che non siano mancate le sorprese alle spalle del re. A partire dall’argento, conquistato da Nijel Amos, diciottenne prodigio del Botwana, che ha chiuso in 1.41.73 dopo uno sprint non legalizzato dalla sua carta d’identità (15 marzo 1994). Completa il podio l’altro keniota Timothy Kitum (1.42.53), che ha provato a restare nella scia di Rudisha salvo pagare lo sforzo con la frenata nell’ultimo tratto, che gli è costata il secondo posto. A seguire gli americani, Duane Solomone e Nick Symmonds, rispettivamente quarto (1.42.82) e quinto classificato (1.42.95). La gara è stata condotta su ritmi alzati sino al forsennato, grazie alla velocità imposta da Rudisha sin dalle prime battute. Alla campanella dell’ultimo giro la medaglia d’oro non era già più in discussione. Appassionante il marasma alle spalle del campione da cui è inizialmente emerso Kitum, che però ha mollato in favore di Amos nell’ultimo rettilineo. Vale la pena di sottolineare ulteriormente la prestazione di Amos, che a diciotto anni lancia un messaggio all’atletica mondiale. Segnatevi il suo nome: se la mannaia del doping non calerà anche su di lui, il ragazzo del Botswana è destinato ad un grande avvenire. In questo senso significativa anche la prova dell’etiope Mohammed Aman, coetaneo di Amos e giunto sesto col tempo di 1.43.20, quasi due secondi in più. Oggi però è la notte di Rudisha, che nell’aperitivo d’introduzione a Usain Bolt ha offerto un record non meno prestigioso o storico. Nella pagina seguente l’ordine di arrivo e i tempi della finale degli 880 metri maschili alle olimpiadi di Londra 2012.
1.David Lekuta Rudisha (KEN) 1.40.91 (recordo del mondo)
2.Nijel Amos (BOT) 1.41.73
3.Timothy Kitum (KEN) 1.42.53
4.Duane Solomon (USA) 1.42.82
5.Nick Symmonds (USA) 1.42.95
6.Mohammed Aman (ETH) 1.43.20
7.Abubaker Kaki (SUD) 1.43.32
8.Andrew Osagie (GBR) 1.43.77