Il nuovo corso della Roma sembra quasi snobbare Francesco Totti. Sì, proprio lui, il capitano ed il simbolo riconosciuto di questa squadra. Tutto è cominciato in ritiro, quando non fu difficile notare la faccia scura del Pupone. Che lanciò diversi segnali, facendo capire che lui, della nuova dirigenza, ne aveva sentito più parlare sui giornali che concretamente. Il progetto ispano-americano non sembra essere entrato nel suo cuore. Luis Enrique predica un calcio corale, tutto giovani e collettivo. Si corre molto e ci si passa la palla in fretta, nel suo modo di concepire il fùtbol. Non c’è spazio per i ‘monumenti’ o per coloro che pretendono il posto per grazia ricevuta. Totti, ovviamente, non è uno di questi. Però un po’ di rispetto, un po’ di considerazione, anche in più rispetto ai suoi compagni meno esperti e smaliziati, sente di meritarli. Nella prima uscita stagionale, il ko di Bratislava con lo Slovan, la bandiera romanista è rimasta ammainata. Luis Enrique ha dato fiducia a ragazzi come Okaka e Caprari, ma l’esperimento non è andato a buon fine. 1-0 per gli avversari e tutti a casa. Domani sera l’appuntamento col riscatto. Uscire già ad agosto dall’Europa League, che non è la Champions, per carità, ma è comunque una competizione da onorare fino in fondo, sarebbe uno smacco clamoroso. E farebbe entrare ufficialmente nel vortice delle critiche il tecnico spagnolo. Un decano come Carletto Mazzone ha avvertito tutti; occhio che Luis è troppo giovane, ed una piazza come Roma non è disposta ad aspettare troppo a lungo gli ‘sbarbatelli’. L’ex-mentore del Barça B, però, non ascolta. E tira avanti, orgogliosamente. Riguardo all’esclusione di Totti nell’andata dei playoff, non ha molto da dire. Anzi, nella conferenza di oggi a Trigoria, non è mancata la prima polemicuccia con la stampa italiana. Il succo? Voi fate il vostro mestiere, che io faccio il mio. “Sceglierò sempre gli undici giocatori che considero più preparati per la partita”, ha rivendicato il tecnico. Il suo modo di lavorare è questo, piaccia o no. Prima lo capiscono i suoi allievi, anche quelli illustrissimi come Totti, e meglio sarà per tutti. Luis il duro ha stilato il suo decalogo. Le regole sono uguali per tutti, e tutti devono uniformarvisi. La sua filosofia si basa sulla forza del gruppo più che sui singoli, come ha ribadito oggi. Dal mercato ha fatto capire di aspettarsi altri regali: “Non sono io che controllo i giocatori che mancano”.
Osvaldo sembra in dirittura d’arrivo, e dovrebbero arrivare anche un difensore ed un centrocampista, salvo intoppi. Il rinnovo, ormai imminente, di De Rossi non può che far felice l’allenatore. Uno stato d’animo condiviso anche da Bojan Krkic, altro protagonista della conferenza odierna, che aspetta con ansia il suo debutto all’Olimpico con la maglia giallorossa. I tifosi stiano tranquilli, assicura l’ex-blaugrana. La Roma sta lavorando bene. Nessun commento preciso, com’è ovvio, sul caso Totti. Quello è un problema di Luis Enrique. Il duro arrivato da Barcellona per fare grande la Lupa. Senza guardare in faccia a nessuno.