Personaggio affascinante, Walter Sabatini. “Un uomo pieno di inquietudine, poco sereno”: così lo ha descritto Daniele De Rossi, ed è un identikit in cui lo stesso direttore sportivo della Roma sembra ritrovarsi. “Ha ragione Daniele: la Roma bisogna guadagnarsela, non ti spetta per diritto divino”, ha spiegato il dirigente, affrontando il tema del suo rinnovo di contratto. Dopo ‘Capitan Futuro’, un altro tormentone? Ma no, ed è proprio Sabatini a garantirlo: “C’è moltissimo tempo fino al 30 giugno (data di scadenza del contratto, ndr), non c’è una necessità impellente”. Il ds, nel corso della presentazione del neo-acquisto Marquinho, ha precisato di non aver ricevuto alcuna offerta da altri club, ed anzi ha pubblicamente ringraziato la società per avergli proposto il prolungamento del contratto. Il discorso è poi scivolato sulla competitività presente e futura della squadra. Per il presente, Sabatini ha sottolineato di credere ancora al terzo posto, e dunque all’obiettivo Champions. Basterà vincere la prossima gara contro il Parma, a suo avviso, per rimettersi prontamente in carreggiata. Quanto al futuro, la Roma può sicuramente puntare in alto. La missione non è tanto quella di vincere lo scudetto, quanto quella di riuscire a lottare ad alti livelli “con tutti i club, su tutti i campi”. Per il momento, comunque, il tanto decantato Progetto ha già raggiunto un obiettivo importante, cioè quello di aver creato una certa ‘riconoscibilità’ della Roma. Proponiamo “un calcio esclusivo in Italia”, fa notare Sabatini, che naturalmente non dimentica i risultati: “Vogliamo affermarci velocemente, non tra 5 anni”. Per questo, la società è già al lavoro per tracciare la prossima campagna-acquisti. Nel mirino, stando a quanto riferito dal ds, ci sono diversi calciatori “di gran profilo”, fermo restando che i piani di rafforzamento sono legati ai livelli di rendimento su cui si esprimerà l’intera rosa da qui al termine della stagione. Quanto a Marquinho, Sabatini ha rivendicato la bontà dell’operazione, parlando come di un’opportunità che andava colta, anche per le modalità della stessa (prestito con diritto di riscatto). Il ragazzo, ha detto, è uno forte, che alla Fluminense era considerato alla stregua di un eroe.
L’anno precedente al titolo, infatti, aveva segnato il gol che salvò la squadra dalla retrocessione. Ottime credenziali, quindi, per un giocatore che a Trigoria si augurano sia davvero speciale come dicono.