L’hanno spesso definitivo “l’uomo con la valigia” per i suoi continui viaggi da una parte all’altra del paese. Ma se Nate Robinson va a Denver e lascia la “windy city” Chicago ha i suoi buoni motivi. Non solo un buon contratto di due anni e più di quattro milioni di dollari, ma anche la costante ricerca di un posto al sole, di una squadra in cui emergere. La scorsa stagione, trascorsa presso i Bulls, gli ha dato parecchie soddisfazioni: ha disputato tutte le 82 partire del campionato partendo dal quintetto iniziale 23 volte, 1074 i punti segnati in questa stagione. Ma complice è stata la lunga assenza del playmaker Derrick Rose e quella, più breve, di Hinrich, che gli hanno permesso di prendersi il proprio spazio e segnare cifre da titolare. Dopo questo brillante stagione di campionato dove il suo contributo è stato fondamentale, soprattutto nei play off, la sua quotazione è notevolmente salita, e divenuta insostenibile per i Bulls, i quali puntano ora sul ritorno di Rose e sul neo acquisto Mike Dunleavy. Con questi due personaggi Robinson avrebbe dovuto rassegnarsi a una posizione di coprotagonista e sopportare pazientemente la panchina, cose che il giocatore di Seattle avrebbe mal sopportato. Ai Denver Nuggets invece potrebbe sfoggiare la propria prepotente spettacolarità, in una squadra in cerca di ritmo ed emozioni. Partiti Andre Iguodala e Corey Brewer, e Gallinari ancora in infortunio fino a dicembre, serve un buon backcourt con Ty Lawson, nel quale si può, con alcuni accorgimenti, Robinson può ben inserirsi. Una scelta dunque ben motivata e intelligente, l’ennesimo viaggio per l’imprevedibile “The Gadget”.