Il 13 e 14 giugno è in programma a Gerusalemme il ‘Peace road show’, una esibizione di Formula 1 che per la prima volta porterà questi bolidi nella strada della città, e alla quale parteciperà anche la Ferrari con Giancarlo Fisichella al volante della vecchia F60. Un evento voluto fortemente dal sindaco di Gerusalemme Nir Barkat, e che porterebbe per la prima volta in Israele uno sport popolare e seguito come la F1 – tra l’altro in contemporanea agli Europei Under 21 di calcio – ma contrastato dai palestinesi che parlano di un nuovo tentativo di “giudeizzare” la città da parte delle “forze di occupazione”, come definiscono Israele. La manifestazione vedrà la partecipazione anche di Max Biaggi, che si esibirà su un modello Supermotard della Ducati. Oltre alla Ferrari F60, pilotata da Giancarlo Fisichella, il programma prevede altri piloti italiani come Daniel Mancinelli e Vitantonio Liuzzi, rispettivamente su Ferrari GT Challenge 458 e Audi DTM. Ci saranno anche Valentina Albanese con la Mercedes C63 AMG, Marco Cioci con la Ferrari GT Challenge 430 e Antonio Fuoco e Riccardo Ragazzi con la stessa vettura. Il percorso studiato per la manifestazione è davvero suggestivo: circa due chilometri che partono dalla recentemente restaurata stazione ferroviaria a poca distanza da piazza Remez, toccando i punti più famosi e turistici di Gerusalemme Ovest lambendo le mura della Città Vecchia. Gli spettatori (al prezzo di minimo 80 e massimo 150 euro) si godranno l’esibizione dei piloti da tribune e palchi posizionati ai bordi del tracciato. Il sindaco ne ha parlato così: “Questa manifestazione mostrerà al mondo come Gerusalemme possa combinare storia e modernità attraverso un evento che metterà a fianco uno dei più popolari sport al mondo con le antiche mura della Città Santa”. La stampa palestinese ha però riportato il giudizio della federazione sportiva musulmana Nostra Gerusalemme, che ha definito l’iniziativa come “parte degli eventi organizzati dall’occupazione per giudeizzare Gerusalemme e promuovere la sua ebraicità e presentarla come capitale di uno stato occupante”.