Potrebbe essere in Russia il futuro di Fabio Capello, fresco di dimissioni da ct dell’Inghilterra, anche se il condizionale, in vicende come questa, appare d’obbligo. L’Anzhi, infatti, pensa a lui per sostituire in panchina l’esonerato Yuri Krasnozhan, che era in carica da poco più di un mese. Il ‘capriccioso’ miliardario del Daghestan Suleiman Kerimov ha deciso così, senza nemmeno “rendere noti i motivi della separazione”, come da accordi con lo stesso Krasnozhan. Secondo le indiscrezioni diffusesi in questi giorni, Capello sarebbe già stato a Mosca nello scorso weekend, per concordare i primi passi della trattativa. Tale versione, tuttavia, è stata smentita oggi, nel tardo pomeriggio, dal diretto interessato, ai microfoni del quotidiano francese ‘L’Equipe‘: “Sono semplicemente a Saint-Moritz, in montagna. Potete scriverlo. Posso dirvi che fa freddo, ci sono -19 gradi. Sono in relax”, le concise dichiarazioni ‘capelliane’. Lo stesso allenatore ha fatto sapere di non aver alcun incontro in programma: “L’unico appuntamento che ho è il 20 febbraio a Bologna, per consegnare un premio”. Anche il figlio Pierfilippo, avvocato, che cura i contratti del padre, ha confermato che è al momento non è arrivata nessuna proposta ufficiale. Dunque il caso sembrerebbe chiuso, per ora. Capello rimane libero, sul mercato, e chi lo vorrà dovrà farsi avanti con robusti argomenti. Si sa che al tecnico friulano interessano solo i progetti ambiziosi, da forti spese, di quelli che richiedono l’arrivo di almeno un top-player per reparto. Non sembra proprio, almeno sulla carta, un progetto da Inter, da quest’Inter, precisiamo. La società nerazzurra, non a caso, è stata una delle prime accostate al nome dell’ex-ct della nazionale inglese, per tanti motivi. Si tratta di un accostamento che ciclicamente ritorna, ma che non si è mai concretizzato. A questa squadra, per risollevarsi, servirebbe davvero un sergente di ferro, uno alla Mourinho, per intenderci, e chi meglio di Capello, con la sua personalità e il suo carico di trionfi. Ci sono, però, diversi ‘contro’: le spese folli che presumibilmente uno come lui potrebbe richiedere in sede di campagna acquisti, e l’ostilità dichiarata di una buona parte della tifoseria – eloquente ieri nel corso del match col Novara – che lo considera come un nemico, per via dei trascorsi con le ‘nemiche’ Milan e Juve.
Mentre il futuro di Claudio Ranieri rimane appeso ad un filo. Solo il terzo posto e un buon cammino in Champions potrebbero salvare la panchina del tecnico romano. La rivoluzione d’estate, ad ogni modo, sembra davvero alle porte.