CALCIOMERCATO – Altro che solo di passaggio. L’allenatore dell’Inter, Andrea Stramaccioni, intende piantare le radici in quel di corso Vittorio Emanuele e lo si capisce dalle dichiarazioni rilasciate di recente dallo stesso tecnico romano. Intervistato da Billy Costacurta nell’ambito del programma di Sky Sport 4-3-3, il nerazzurro ha confessato: «Quella di mettermi in prima squadra è stata una scelta del presidente, una scelta anche contro chi mi voleva bene perché pure le persone che mi volevano bene cercavano di tutelarmi, di non bruciarmi». Strama racconta un aneddoto davvero interessante accaduto pochi mesi fa: «Oltre al contratto di Serie A il mio direttore (Branca, ndr) mi fece fare un contratto “paracadute” nel caso io fossi stato devastato da questa esperienza. Mi hanno fatto fare altri 2 anni di contratto a cifre superiori in Primavera: così, se va male, sono tranquillo, io e la mia famiglia. O almeno così mi ha detto il direttore…». Uno Stramaccioni che in un recente passato non si sarebbe mai immaginato di sedersi sulla panchina dell’Inter non Primavera: «Credo che l’Inter mi abbia fortemente voluto per un progetto convincente. Loro mi hanno detto sin da subito che mi prendevano non solo per la squadra Primavera, ma per formare una figura professionale. Il loro percorso era far si che io facessi bene con loro e magari farmi fare un percorso di Serie B sempre nella loro orbita». L’idea della società di corso Vittorio Emanuele era quindi quella di creare un “uomo Inter” di proprietà magari da formare in giro per l’Italia ma con il contratto sempre nerazzurro. Una sorta di giovane talento in prestito che sarebbe stato sempre alle dipendenze di corso Vittorio Emanuele. Ma con il disastro di Gian Piero Gasperini prima e quello di Claudio Ranieri poi alla fine è arrivata la grande chiamata. Stramaccioni non è riuscito nell’impresa di raggiungere il terzo posto, obiettivo soltanto sfiorato quando sembrava quasi impossibili anche solo avvicinarsi, e dopo nove partite (5 vinte, 2 pareggiate, 2 perse), ha convinto tutto. Seppur non totalizzando risultati eccelsi la critica lo ha ampiamente promosso, conscia che la squadra che guidava Stramaccioni le scorse settimane era completamente bollita e a corto di energie.
Il giovane romano è però riuscito a estirpare le ultime forze ed energie dallo scacchiere per concludere in maniera degna, con la conquista dell’Europa League, il finale di stagione.