Milan-Juventus vissuta dai tifosi. Rossoneri di qua, bianconeri di là, nelle due icone nazionali del tifo casereccio. Marcello Chirico a Qui Studio A Voi Stadio, Tiziano Crudeli per Diretta Stadio. TeleLombardia e 7Gold, Juventus e Milan, Chirico e Crudeli. Le due facce della partita: apre il gobbo, che al primo gol appropria Caceres di una calvizie troppo familiare calvizie. A Caressa il compito di controllare se “Pelado Mascherado” rientra tra i soprannomi dell’uruguagio (parruccone?). Abbracci per tutti, anche per il malcapitato Suma, imprecante sul bianconero come categoria (“Neanche un tifoso del Cesena esulta così per un gol del genere”). La risposta d’altro canto non fa una grinza: il Milan è sempre il Milan. Meglio ancora sul raddoppio: la doppietta di Caceres all’esordio è mistero gaudioso che il fedelissimo Chirico recita a modo suo. Il gobbo è incontenibile: abbandona la posizione, festeggia col fratello di fede (calcistica, ovviamente…), poi via di nuovo, ad annunciare a chiunque la parola di un nuovo messia del Sudamerica. Pelato. Che transmuta improvvisamente in ratto (“Il topo! Il topo! Il topo!”) Pelado Mascherado o Topo: a voi la scelta per il nickname del numero 4 bianconero. In mezzo, la reazione di Crudeli non si sottrae al gioco. Dopo le teorie sull’importanza della Coppa Italia, si gioca. E la Juve passa. Un dopo sfugge alle trappole difensive: dov’erano guardiani? Il Tiziano, artista del bar sport, ha la diagnosi pronta: “Dormita! Dormita! Dormita!!!”. Poi lancia un sondaggio alla signora Fletcher: “Dov’erano? Dov’erano i difensori del Milan?”. Di sicuro non sul luogo del delitto. Divertente, come al solito; ma il meglio è ancora da venire, il meglio sta nella gioia. In questo momento, la felicità rossonera ha la cresta del Faraone, eletto a furor di popolo e adorato come ai tempi di Mosè. Allegri raccolga l’ennesimo messaggio: intanto Crudeli lancia il nuovo look per gli over 50, pettinandosi ad immagine e somiglianza del nuovo Tuthankamon. Memorabile: “Il faraoncino!!! Quello che ha la tersa così” (carnevale di ciocche volanti in studio). Ma si prosegue e la partita ha il veleno in coda, come un serpente cattivo. O come un ratto, in questo caso: si va avanti e ritroviamo Crudeli con la parrucca da El Sharrawy, ma ritroviamo anche Caceres. Il terzino dipinge alla Pinturicchio e la cresta rossa del Tiziano vola giù sul pavimento, mentre Chirico, in studi non lontani, stende inni al Pelado Mascerado. Che dire? Dio salvi le tivù locali, proiezioni di molti di noi a disposizione di tutti. Per chi a San Siro non può permettersi il primo rosso.