Ci risiamo. Non fa in tempo a placarsi una tempesta che subito se ne scatena un’altra. I cori razzisti? Dimenticati, tanto che sulla querelle Balotelli-Spolli si è deciso, giustamente o meno, di sorvolare (ci torneremo). La discriminazione territoriale? Storia di un lontano passato. Oggi la nuova tendenza è giovane, giovanissima e non è un modo di dire: trattasi delle multe causa cori… dei bambini. E’ così: “Ammenda di € 5.000 alla Società Juventus per avere suoi (giovanissimi…) sostenitori rivolto ripetutamente ad un calciatore della squadra avversaria un coro ingiurioso”. Si legge così sul comunicato ufficiale della Lega Calcio: il Giudice Sportivo ha deliberato. Colpisce una cosa, lo avrete già notato: il fatto che ci sia una parentesi con tanto di puntini di sospensione dopo la parola “giovanissimi”. Come se fosse un’aggravante. Come se il fatto di avere 10 anni sia una colpa rispetto a chi ne ha 30. Oppure: come se “le colpe dei padri ricadono sui figli” sia diventato un monito da applicare alla lettera. Ora, chiariamo subito a scanso di equivoci: una multa, per lo stesso motivo, l’ha presa anche l’Atalanta. Solo che lì erano adulti e vaccinati, e allora non ha fatto rumore o meglio: va bene così, fa parte dell’ordine naturale delle cose. L’iniziativa della Juventus, quella di aprire le curve squalificate a 12.000 bambini, si è trasformata in un boomerang mediatico: dalle lodi per la visibilità che veniva data al volto innocente del calcio alla macchia che tutto sporca. E’ andata così: si è scoperto che, ma guarda un po’, anche i bambini conoscono le parolacce. Se le conoscono è perchè, evidentemente, ascoltano i grandi, e imparano esattamente come imparano a camminare, far di conto, applaudire e impugnare una forchetta per mangiare. E’ l’ordine naturale delle cose. Perciò, dove sta lo scandalo? Per di più che una tale disposizione, per il “merda” intonato ad ogni rinvio del portiere avversario, non è mai menzionata nelle precedenti delibere del Giudice Sportivo. Perchè oggi? Perchè c’erano di mezzo dei bambini? E si badi: la multa non viene data – giustamente – a loro, ma alla società Juventus. Che è un po’ come dire: diamo la colpa a chi non ha educato questi ragazzini a comportamenti sportivi e tolleranti. Già. Peccato che il compito di educare, e lo dice anche Giovanni Bellina nel suo articolo, non spetti alla società bianconera, quanto a genitori, insegnanti eccetera. E allora, la sanzione comminata alla Juventus sembra tanto essere figlia dei tempi che corrono: figlia della morale, figlia di un buonismo che impone di andare a colpire laddove il problema è “caldo” a livello mediatico e di impatto. Si spiega così il perchè il presunto “negro di m…” rivolto da Nicolas Spolli a Balotelli non sia stato analizzato pixel dopo pixel, si spiega così il perchè quei boati tanto simili ai dei “buuu” partiti dalla curva Nord a indirizzo di Armero non abbiano avuto eco. Due mesi fa, siamo convinti, avrebbero occupato tutte le pagine dei giornali e le copertine dei talk show. Oggi no. Oggi…
… è più importante dire che anche i bambini insultano, e che il calcio è malato per questo e che bisogna fare qualcosa. Come se davvero la Juventus, la prossima volta, dirà ai bambini presenti allo Stadium “mi raccomando, niente parolacce”. Insomma, forse tra cinque anni lo stadio sarà diventato un posto dove andare a prendere il tè con la zia in visita dalla campagna; o forse la questione è più radicata, e si lega alla volontà da parte di un pensiero dominante per il quale bisogna pensare in un certo modo, agire in un certo modo, ascoltare solo un certo tipo di musica e dichiararsi pro o contro qualcosa, altrimenti non va bene. Qui però il discorso si fa più ampio, e vale la pena fermarsi al fatto che la Juventus ha già fatto sapere che contro il Sassuolo vuole riaprire ai bambini. Perché i bambini vivono quello che gli capita davanti con le dita nella terra bagnata e la testa in paradiso.
(Stefano Zaffiro)