Ancelotti sulla panchina del PSG e le dichiarazioni di Pato sono stati gli argomenti del giorno riguardo il calciomercato del Milan. Spodestato per un giorno anche l’affare Tevez, la situazione riguardante il papero rossonero ha creato non poche ansie nell’ambiente milanista. Siamo al termine di dicembre e con l’apertura del calciomercato ormai alle porte, il futuro del giovane brasiliano non sembra più così inscindibilmente legato ai campi di Milanello come si poteva pensare qualche mese fa. Il primo a parlare di una possibile cessione del gioiello ex-Internacional de Puerto Alegre fu proprio Barbara Berlusconi; in tempi non sospetti la figlia del patron rossonero, ammise che nonostante la relazione con il giovane attaccante, l’ipotesi di una cessione del papero sarebbe stata valutata così come tutte le altre. Un avvertimento che a distanza di mesi diventa inquietante e getta ombre all’orizzonte lasciando intravedere la possibilità di un nuovo caso Kakà. Proprio come allora, furono alcune dichiarazioni interne alla società rossonera (in quel caso fu Silvio Berlusconi in persona a parlare) svolsero il ruolo di apripista ad una trattativa, quella con il Manchester City, sviluppatasi e interrotta dalla protesta popolare del tifo organizzato di fede milanista. Una protesta che servì soltanto a rimandare la cessione di Ricardino, poi approdato al Real Madrid solo 6 mesi dopo il grande passo indietro. Oggi, per il papero, sebbene l’intero tifo rossonero appaia contrario all’ipotesi di una sua cessione, sembra difficile immaginare una vera e propria sommossa popolare per evitare il suo addio. I numerosi problemi fisici che attanagliano il giovane brasiliano (ben 10 infortuni muscolari per il ventiduenne attaccante) e la scarsa coestistenza con Zlatan Ibrahimovic sono lampanti anche agli occhi del più disattento dei tifosi ed invitano ad una seria riflessione sulla situazione. Oggi come allora ci sono i soldi degli sceicchi a tentare le casse del club di Via Turati. Una volta era il solo Manchester City, oggi c’è il PSG dell’ex Leonardo. l’uomo che per primo portò lo stesso Pato in rossonero, e di Ancelotti, colui che lo lanciò nel grande calcio facendolo esordire e fornendogli quei consigli che Allegri non garantisce. Ma chi ci dice che proprio come successe per Kakà, la destinazione del giocatore non sia diversa da quella inzialmente preventivata?
Sì, perché proprio il City di Mansour non ha mai nascosto la sua ammirazione per il talentuoso numero 7 milanista e dall’alto di una qualificazione in Champions già messa in archivio e di un campionato maggiormente competitivo, i Citizens potrebbero svolgere il ruolo del Leone ai danni della nascente potenza transalpina. Dalle parti di Manchester insomma, non mancano le motivazioni, che si tratti di liquidità o di contropartite tecniche. Perché dall’altra parte della Manica c’è un certo Balotelli, tifoso milanista e sogno proibito di Galliani…