Milan-Novara è un po’ come Davide contro Golia. Il fanalino di coda del campionato nella tana dei campioni d’Italia in carica. E in Coppa le carte non vengono scombinate, anzi. Basta guardare il dato del possesso palla per rendersi conto del trend della partita: 65% per i padroni, 35% per gli ospiti, dato confermato sia dal computo totale dei tiri (25 a 11), sia dal numero di palle giocate, bel 989 contro 553. In particolare per il primo dato, da notare l’importanza di Pato che, sebbene entrato nel secondo tempo, è colui che si è reso pericoloso più di tutti, con 9 conclusioni, staccando Robinho (4, anche lui entrato tardi) ed El Sharaawy (3); solo 3 per Granoche, il bomber su cui faceva affidamento Attilio Tessere. Il divario tra le due squadre, più che tattico, è tecnico, visto che, banalmente, più del 75% dei passaggi rossoneri vanno a buon fine, mentre i giocatori del Novara ne azzeccano solo uno su due. Non a caso, i sei giocatori che sono riusciti a portare a termine più passaggi, sono tutti rossoneri: Ambrosini con 89, Nocerino con 84, Antonini con 79, quindi Mexes, Bonera e Merkel, con 75, 74 e 73. Ma spesso l’abito non fa il monaco, e infatti tutta questa superiorità, poi nel concreto, che nel calcio equivale a fare gol, non si vede più di tanto. Il Milan infatti tende a tener palla fino alla trequarti, essendo poi costretto a tornare indietro per i pochissimo spazi concessi dagli avversari, il che scaturisce in un attacco alla porta del solo 52%, a fronte di una protezione degli ospiti della propria area quasi del 50%. E questa impostazione difensiva degli uomini di Tesser trova riscontro nel dato che riguarda i giocatori con il maggior numero di palle recuperate: svetta Dellafiore, centrale del Novara, con 32 recuperi, seguito da Garcia (28), Centurioni (21 e Morganella (19): in mezzo solo Nesta e Ambrosini (28 e 25), per un totale di, contando i “leader”, 96 a 53 per gli ospiti. La partita, a parte qualche isolata occasione nel finale, non è stata violenta, anzi i giocatori sono stati corretti, nonostante un numero totale di 41 falli.
I GOL – La partita è stata sbloccata da un gioiellino del giovane El Sharaawy. L’azione parte da Antonini che, come del resto in tutto l’arco della gara, punta il fondo per poi dover tornare indietro. Passa quindi a Mexes, che non trovando soluzioni, decide di avanzare palla al piede. È qui che si fa vedere El Sharaawy, il quale fa movimento incontro al difensore, che lo serve con un preciso rasoterra. L’attaccante rossonero stoppa spalle alla porta, ed ha tutto il tempo non solo di girarsi, che già basterebbe a condannare la difesa piemontese, ma anche di prendere la mira, aggiustandosi la sfera con un tocco di destro. A quel punto, da distanza relativamente vicina e da posizione leggermente defilata a sinistra, ideale per un destro come lui, è quasi un gioco da ragazzi tirare in porta, anche se va sottolineato il perfetto mix di potenza e precisione che permettono al giovane talento di indirizzare la palla tra il palo e la sinistra di Fontana, e quindi di festeggiare la seconda rete in rossonero.Il pareggio del Novara arriva inaspettatamente: punizione fuori area defilata a destra, sul punto di battuta c’è Radovanovic. Non è insolito realizzare grandi gol da situazioni simili, ma stavolta, per la posizione della barriera, e per la distanza, sembra davvero dura. Invece il centrocampista esplode un destro di grande precisione, più che di potenza (a dire il vero, in realtà, è proprio deboluccio). Tuttavia, riesce a sfiorare la barriera, il che forse impedisce ad Amelia di vedere la palla: questo comunque non va a discolpa del portiere, che è eccessivamente lento nell’intervenire alla sua destra, e al quale non resta altro che vedere la palla insaccarsi nella sua rete.Ma a salvare il Milan ci pensa Pato, con il gol della vittoria: nasce tutto dal suo perfetto movimento, che detta il passaggio di Robinho. La scucchiaiata del brasiliano all’interno del castello difensivo centrale del Novara è perfetta, cosi come il tempo d’inserimento di Pato dal varco parallelo. I difensori, di spalle, sono quindi tagliati fuori, e Pato si trova a tu per tu con Fontana. L’attaccante è molto freddo a prevedere l’uscita alla spera in Dio dell’estremo difensore, il che gli permette di eluderlo con un dolce tocco sotto, di gran classe. A quel punto il gioco è fatto, ma Pato, insicuro della posizione di partenza (effettivamente di poco irregolare), butta l’occhio verso il guardalinee, e non vedendo sventolare nessuna bandierina, è libero di scaricare con rabbia in porta il pallone comunque destinato alla rete. Un gol abbastanza pesante, soprattutto a livello psicologico per il Papero, costretto poi a lasciare per infortunio.
LE DICHIARAZIONI – “Abbiamo preso un gol a un minuto dalla fine, su una punizione evitabile. Poi abbiamo avuto la possibilità di chiudere sul 3-1: è stata una partita sofferta ma l’importante era passare il turno e ci siamo riusciti”. Questo il commento di mister Allegri, che poi si sofferma sulla buona prestazione di El Sharaawy e Merkel. Per quanto riguarda Pato, sdrammatizza definendo l’accaduto come una “mossa precauzionale”, mentre sul caso Inzaghi, afferma: “Con lui non c’è alcun problema, capisco l’amarezza perchè avrebbe voluto giocare tutta la partita ma ho preferito fare dei cambi”.