Sono di queste ore le voci relative al calciomercato Milan che vogliono il bomber rossonero della nazionale svedese, Ibrahimovic, pronto a cambiare casacca. Questa volta non si tratta del classico mal di pancia (il malumore sarebbe solamente una delle concause) ma è la stessa società di via Turati che starebbe spingendo per la cessione dello spilungone svedese, con uno stipendio (24 milioni di euro lordi annui) ormai divenuto insostenibile per le casse vuote rossonere, in tempi di crisi economica senza precedenti. Per Ibra adesso si potrebbero aprire le porte del Paris Saint Germain o in caso di un rifiuto di trasferimento nel calcio transalpino l’ex Barcellona potrebbe optare per la destinazione inglese con il Manchester City e il Chelsea. La cosa certa è che comunque finirà la vicenda alla fine avrà vinto lui, Ibra, come sempre del resto. Andando ad analizzare la carriera dello svedese si scopre come l’attaccante originario di Malmoe abbia incrementato con il passare degli anni il proprio ingaggio pur senza riuscire mai ad ottenere trofei prestigiosi al di fuori dei vari campionati con Ajax, Juventus, Inter, Barcellona e Milan, e delle coppe nazionali. Un vero successo per Ibra se si pensa che è passato dagli 1,7 milioni di euro netti di stipendio ai tempi del primo anno in corso Galileo Ferraris, datato 2004, ai 12 attuali. Un aumento vertiginoso in circa 8 anni, e ripetiamo, senza mai ottenere Champions League o Pallone d’Oro (da escludere titoli con la propria nazionale, non all’altezza). Tutti ora si domandano quale sarà il prossimo step dell’attaccante classe 1981 che magari potrebbe strappare un ennesimo clamoroso aumento dell’ingaggio divenendo a tutti gli effetti il trentenne più pagato in circolazione ma anche di sempre. E’ stato fatto il calcolo che nella sua carriera Ibra ha ottenuto 80 milioni di euro netti solamente di stipendi, senza aggiungerci i vari ricai derivanti dalle sponsorizzazioni. Un giocatore che porta fortuna anche alle società che gioca, non soltanto a livello sportivo quanto economico. La Juventus ha rivenduto Ibra a 25 milioni di euro circa, una bella plusvalenza rispetto ai 16 investiti. L’Inter ha invece incassato un assegno da 50 milioni di euro più Eto’o, mentre il Milan dovrebbe pareggiare l’investimento di 24 milioni di due anni fa. L’unica società che ci ha perso è stata solamente il Barcellona che oltre ad aver girato un po’ troppo frettolosamente Eto’o all’Inter (poi decisivo nella vittoria Champions) ha speso ben 50 milioni di euro più un ingaggio faraonico. Ed ora è pronto un nuovo capitolo della carriera di Ibra, sempre con il sorriso, sempre con il portafogli pieno. La storia di Ibrahimovic assomiglia molto a quella di Samuel Eto’o ceduto dall’Inter ai russi dell’Anzhi per 25 milioni di euro un anno fa. Allora la società nerazzurra ricevette critiche importanti per avere ceduto a quella cifra un bomber di livello mondiale. Il Milan lascerà andare Ibra per la stessa cifra e non perchè Galliani e Braida sono incompetenti. Sappiamo benissimo che Ibrahimovic vale molto di più soprattutto dopo questa stagione ma il problema è l’oneroso ingaggio che fa riflettere anche potenti club europei.
Per questo il Milan si è accontentato, così come l’Inter, di ricevere un prezzo minore rispetto al reale valore del giocatore. Ma il grande risparmio è arrivato soprattutto tramite l’ingaggio del giocatore che verrà tolto dal bilancio. Ancora una volta i grandi campioni sono coloro che spostano gli equilibri. Ancora una volta Zlatan Ibrahimovic si dimostra re del mercato. Anche a Parigi guadagnerà tantissimo nonostante non sia più un ragazzino…