E’ già finita l’avventura nel Napoli per Cesar Chavez; o almeno, si è temporaneamente interrotta. L’attaccante argentino, classe 1987, è stato infatti ceduto in prestito al San Lorenzo de Almagro, la stessa società da cui la scorsa estate il ds Riccardo Bigon lo aveva prelevato, portandolo sotto il Vesuvio. Era arrivato con grandissimo entusiasmo Chavez, sicuro di riuscire a giocarsi il posto, di accumulare esperienza e qualche presenza; rientra in Argentina dopo appena un paio di brevissime apparizioni, chiuso adesso anche da Edu Vargas che è arrivato a gennaio. Il Napoli non ha una rosa troppo ampia e variegata, basti pensare che Mazzarri a torto o a ragione non perde occasione per lamentarsi di quanto i suoi giocatori siano logorati dal triplo impegno cui devono fare fronte; tuttavia l’allenatore livornese ha dimostrato in questa stagione di non credere troppo nel turnover massiccio – anche perchè ogni volta che l’ha attuato non gli è andata troppo bene – e quindi, alla fine dei conti, utilizza uomini contati e scelti con cura. Già Santana, negli ultimi minuti di mercato qui in Italia, aveva salutato Napoli per accasarsi al Cesena, trasferimento dovuto anche alla difficile collocazione tattica dell’esterno ex Chievo e Palermo; nel caso di Vargas la situazione era ancora più complicata, essendo che il suo ruolo è quello di attaccante. Eh sì: sappiamo bene che a Napoli, in questi ultimi due anni, se ci sono tre giocatori intoccabili sono proprio i tre “tenori” lì davanti: Hamsik, Lavezzi e Cavani. Mazzarri non può prescindere dalle prestazioni del suo tridente titolare, che ormai si conosce a memoria e ha un talento offensivo di assoluto livello. In particolare il Matador, che nello schema del Napoli è la prima punta, è l’uomo di cui Mazzarri non si sognerebbe mai di fare a meno: ultimamente è cresciuto molto anche sotto il profilo del sacrificio, l’abbiamo visto rientrare sulla linea dei centrocampisti e anche oltre, seguire il terzino avversario fino alla propria area, partecipare in maniera attiva alla fase difensiva del Napoli; poi, ovviamente, ci sono i gol, al momento 38 in campionato e 50 complessivi in un anno e mezzo. Tanti, troppi. Prima di Chavez si è “arreso” all’intoccabilità dei tre “tenori” Giuseppe Mascara, girato al Novara a un anno esatto dal suo arrivo ma poi chiuso anche dall’arrivo di Goran Pandev che, dopo un inizio a singhiozzo, è entrato negli schemi di Mazzarri e si è rivelato un’ottima alternativa. Ora è il turno di Chavez: sperava in sei mesi di tutt’altro tipo, ma forse il ritorno in Argentina potrà fargli bene.
Cristian ha l’opportunità di maturare altra esperienza, giocare con continuità in un campionato che conosce molto bene e tornare, il prossimo luglio, più forte di prima, e con la forte probabilità che almeno uno dei tre attaccanti abbia nel frattempo fatto le valigie (l’indiziato principe è Lavezzi). Resta adesso da capire se Edu Vargas, di certo non brillante nelle sue prime uscite in maglia azzurra, saprà ritagliarsi un angolo nelle idee di Mazzarri.