La Lazio ha vissuto un grande avvio di campionato. Tre vittorie nelle prime tre giornate, come Juventus, Napoli e Sampdoria, anche se quest’ultima sconta però un punto di penalizzazione. Vladimir Petkovic, sospinto dai brillanti risultati conseguiti finora, sembra aver già trovato la quadratura del cerchio. A Verona, magie di Hernanes a parte, si è vista forse la migliore Lazio, schierata secondo il modulo 4-5-1. Fondamentale la funzione di Candreva e Mauri, che partivano dalle fasce per poi accentrarsi e supportare l’unica punta di ruolo, ovvero l’implacabile Miroslav Klose. Con il ‘Profeta’ piazzato da interno sinistro – e in stato di grazia – toccava a Ledesma e Gonzalez fare il lavoro sporco. Un’organizzazione quasi impeccabile, che ora naturalmente andrà testata contro avversari più forti del Chievo. Contro il Tottenham, nel match d’esordio nel girone di Europa League, si avrà già una prima risposta sulla reale consistenza di questa Lazio. Una squadra che, se congegnata così, con il centrocampo a cinque, rischia di impiegare pochissimo gli attaccanti presenti in organico. Klose, infatti, è inamovibile, anche alla bella età di 33 anni. Tra un’impegno e l’altro il tedesco dovrà essere necessariamente dosato, ma dietro di lui rischiano comunque di giocare poco i vari Zarate, Floccari, Rocchi e Kozak, troppi per uno, massimo due posti di rincalzo. L’argentino Zarate rimane l’enigma di questa squadra. Finora, tra acciacchi fisici e incomprensioni tattiche, non è ancora riuscito a conquistarsi un posto da titolare. Del resto non sarà un’impresa facile, a meno che Petkovic non decida di cambiare modulo. Floccari, invece, sembra il maggiore candidato a rivestire un ruolo di alter ego di Klose. A Petkovic l’attaccante calabrese piace molto, per la sua capacità di muoversi su tutto il fronte d’attacco e dialogare palla a terra con i compagni. Rocchi, invece, che ha voluto rimanere a tutti i costi nella Capitale, rischia di doversi accontentare degli scampoli di partita. Un po’ come Kozak, che dopo la doppietta rifilata al Mura, nel ritorno del playoff di Europa League, ha fatto capire chiaramente alla società che non intende trascorrere un’altra annata in naftalina. La conclusione è presto detta: a questa Lazio, per come sta crescendo sotto la guida di Petkovic non servono cinque punte. Almeno una, dunque, dovrebbe salutare la compagnia a gennaio.
Il maggiore indiziato sembra essere Kozak, ma bisognerà capire anche che ruolo riuscirà a ritagliarsi un giocatore tanto talentuoso quanto anarchico come Zarate. Senza dimenticare i tre fuori rosa da piazzare, ovvero Matuzalem, Foggia e Sculli, ormai del tutto ai margini del progetto.