Nel 2030 in Europa ci saranno meno di sette milioni di persone in età lavorativa a causa della denatalità e del calo demografico. Se ne è parlato stamane negli studi di Uno Mattina in compagnia del Prof Alessandro Rosina, docente di demografia della Cattolica di Milano. “Il problema vero non è tanto la diminuzione della popolazione quanto gli squilibri all’interno della stessa. C’è un processo positivo della longevità, e questo dobbiamo favorirlo, ma questo richiede pensioni, cure e assistenza. Dall’alta c’è una denatalità che se rimane a lungo troppo bassa erode le nuove generazioni indebolendo il mercato del lavoro: adesso l’Italia e l’Ue se ne stanno accorgendo”.
“Le generazioni degli anni 60 e 70 vanno verso la pensione e saranno sostituite dalla popolazione molto più debole dal punto di vista demografico nata dagli anni ’80 e ’90, c’è un rischio di non avere forza lavoro e anche di non pagare i contributi per far pagare il sistema di welfare. C’è una denatalità molto bassa, 1,5 figli per donna in Europa ed è molto preoccupante”. E ancora: “Aumenterà di quasi 5 milioni la popolazione over 65 nel 2030 e nel contempo la popolazione in età giovanile diminuirà fortemente e l’Italia sarà il Paese che ridurrà maggiormente la forza lavoro, quindi il 30% è dovuto al declino demografico italiano”.
CALO DEMOGRAFICO E DENATALITA’ ROSINA: “DA TROPPO TEMPO…”
Il prof Rosina ha proseguito: “Da troppo tempo investiamo meno degli altri sulle politiche famigliari, dei giovani, le politiche abitative e ciò avrebbe un effetto immediato di miglioramento della forza lavoro italiano: investire sull’autonomia dei giovani su un percorso solido scuola lavoro, aumenta la forza lavoro e consente di avere una famiglia e di avere figli”.
Ma i giovani di oggi sono spaventati quando pensano al futuro? “Si assolutamente, la pandemia, la guerra in Ucraina, il conflitto palestinese, il riscaldamento globale, sono tutti fattori che frenano le scelte dei giovani e li rendono insicuri, ma i Paesi che investono più nei giovani riescono a superare questa incertezza”.