Valditara è intervenuto sulla tragedia che ha coinvolto Cecilia De Astis: contro l'emergenza dei campi rom, serve la piena attuazione del decreto Caivano

Dopo il recentissimo caso dell’investimento mortale della 71enne Cecilia De Astis a Milano, a opera di un gruppetto di quattro minorenni tutti sotto i 14 anni d’età, si è acceso un nuovo riflettore sull’emergenza nascosta (e troppo a lungo ignorata) dei campi rom, luoghi nei quali più del 50% della popolazione è composta da minorenni, quasi completamente esclusi dal circuito dell’istruzione e portati a delinquere per procurarsi il necessario sostentamento.



Partendo proprio dai numeri dell’emergenza, prima è importante dire che da diversi anni a questa parte è in corso una strategia di superamento dei campi rom con sgomberi mirati da parte delle autorità, affidamento ai servizi sociali (specialmente per i minorenni) e reinserimento nella società: una strategia che ha permesso di ridurre il numero di campi dai 146 che si registravano nel 2016 agli attuali 106; ma che al contempo non trova ancora una reale base legale che renda più semplice l’azione da parte dei comuni.



Nei campi rom attualmente si stima che vivano grosso modo poco più di 11mila persone, in larga parte (circa il 55%) minorenni: tra questi ultimi i dati europei – che tengono conto dell’intero territorio dell’UE e non solo dell’Italia – stimano un tasso di alfabetizzazione superiore al 19% e una dispersione scolastica che tocca picchi del 70% negli accampamenti irregolari; mentre non è da meno il dato che conferma che l’aspettativa di vita tra coloro che vivono nei campi rom sia tendenzialmente più bassa dei almeno 10 anni rispetto al resto della popolazione.



Giuseppe Valditara: “Contro l’emergenza dei campi rom serve maggiore attenzione sul decreto Caivano”

A fronte di questi dati sui campi rom – e soprattutto della tragedia che ha coinvolto Cecilia De Astis, causata da minorenni che non avevano alcun tipo di istruzione alle spalle -, non sorprende che tra gli esponenti politici che si sono espressi in queste ore ci sia anche il Ministro dell’Istruzione Giuseppe Valditara, definendo quanto accaduto “vergognoso”, soprattutto in virtù del fatto che non ci siano reali progetti politici per evitare che i giovani nomadi siano costretti a vivere “nel degrado, nell’illegalità” e nella completa assenza di istituzioni statali.

Giuseppe Valditara, ministro dell’istruzione (Ansa)

Dal conto suo, Valditara ha anche ricordato che il decreto Caivano serve proprio a evitare che ai giovani sia permesso di non andare a scuola, prevedendo “condanne severe” a carico dei genitori: proprio per i giovani che vivono nei campi rom, il ministro ha auspicato che il decreto venga pienamente attuato esortando le scuole affinché segnalino con maggiore attenzione “gli abbandoni scolatici”, i sindaci affinché “ammoniscano i genitori” che non mandano a scuola i figli e i Pubblici ministeri per avviare reali “azioni penali” in ottemperanza alle leggi.