Uno studio recentemente pubblicato sulla celebre rivista Nature ha esposto gli effetti positivi di un nuovo farmaco nel trattamento contro il cancro al pancreas. Sviluppato in Australia, il farmaco chiamato PXS-5505, sarebbe da utilizzare assieme all’attuale chemioterapia, e non come alternativa a quest’ultima, ma avrebbe dimostrato effetti decisamente incoraggianti, aumentando in generale il tasso di sopravvivenza dei pazienti. Il cancro al pancreas, infatti, in particolare nella sua forma di adenocarcinoma duttale pancreatico, è uno dei più mortali, con un tasso di sopravvivenza a cinque anni inferiore al 10%. Inoltre, il nuovo farmaco è attualmente in fase di test anche per quanto riguarda il cancro del midollo osseo e la mielofibrosi, adattandosi in generale a tutte le forme tumorali che presentano un determinato enzima.
Cancro al pancreas: “PXS-5505 aumenta il tasso di sopravvivenza del 35%”
In questo momento, stando allo studio su Nature, il nuovo farmaco contro il cancro al pancreas sarebbe nella seconda fase della sperimentazione clinica con risultati ottenuti su modelli murini, che devono ancora essere trasposti sul modello umano. A sviluppare il farmaco sono i stati un gruppo di ricercatori australiani del Garvan Institute of Medical Research, che sono convinti che, riuscendo a replicare gli incoraggianti risultati ottenuti fino ad ora, rivoluzioneranno il trattamento a questo particolare tumore.
Sui modelli murini il farmaco contro il cancro al pancreas è riuscito a dimostrare un aumento del tasso di sopravvivenza del 35% se combinato alla chemioterapia (portandolo, dunque, al 45%). “La validazione preclinica di questo farmaco antifibrotico di prima classe”, afferma il professor Thomas Cox, autore senior dello studio pubblicato su Nature, “segna un’importante pietra miliare nel nostro tentativo di superare le sfide significative nel trattamento del cancro del pancreas e porta speranza ai pazienti e alle loro famiglie”. A livello dello sviluppo ci sono ancora parecchi test da fare prima di poterlo vedere commercializzato, replicando innanzitutto i risultati ottenuti sui topi negli umani, ma il farmaco avrebbe superato senza difficoltà i test di tipo genotossico e tossico.