Dopo due anni e mezzo di indagini la posizione dei P38-La Gang è stata archiviata: il primo maggio cantarono un branco contro Aldo Moro
Nessuna istigazione a delinquere per il gruppo P38-La Gang. Come sottolineato dai colleghi de Il Resto del Carlino, durante l’esibizione del primo maggio 2022 a Reggio Emilia venne intonata anche la canzone “Renault”, con riferimento proprio all’uccisione del noto politico Aldo Moro, trovato senza vita il 9 maggio del 1978. Non contento, il gruppo esibì anche al circolo Arci Tunnel di Reggio Emilia la bandiera a cinque punte, chiaro riferimento allo stendardo delle Brigate Rosse. Dopo quell’esibizione scattarono le denunce e le indagini ma in questi giorni si sono concluse e secondo quanto stabilito dal gip di Torino, quell’esibizione non ha causato alcun reato, a cominciare dall’istigazione a delinquere, quella che veniva contestata ai quattro rapper de P38-La Gang.
La posizione dei 4 artisti, residenti in due città della Lombardia, leggasi Milano e Bergamo, ma anche Bologna e Nuoro, nonché quella del presidente dell’epoca del Arci Tunnel, Marco Vicini, è stata quindi stralciata, archiviata, così come confermato anche dalla procura, secondo cui quell’esibizione fu soltanto una provocazione ma non una “chiamata alle armi”.
ESIBIZIONE P38-LA GANG “CONTRO” ALDO MORO: LA DENUNCIA DELLA FIGLIA
Il Resto del Carlino ha ricordato cosa avvenne subito dopo quell’esibizione, con l’opinione pubblica che di fatto si staccò fra chi considerò la musica del gruppo come una libertà di espressione, e chi invece la definì un oltraggio nei confronti delle numerose vittime delle brigate rosse, che hanno agito in particolare durante gli anni di piombo, a cavallo fra gli anni ’60 e gli anni ’80.
Ad alzare la voce fu in particolare Maria Fida Moro, figlia proprio di Aldo Moro, che prima del suo decesso avvenuto a febbraio dell’anno scorso, denunciò il gruppo di cantanti, mentre Lorenzo Biagi, figlio di Marco, ucciso il 19 marzo del 2022 a Bologna, si disse sdegnato per quanto avvenuto all’Arci Tunnel.
ESIBIZIONE P38-LA GANG “CONTRO” ALDO MORO: COS’ACCADDE NEL 2022
Si aprì così una indagine che da Reggio Emilia passò a Torino, con la procura piemontese che contestò anche altri reati ai cinque di cui sopra, leggasi vilipendio e diffamazione. Il 14 novembre scorso è arrivata quindi l’archiviazione, definendo quindi l’esibizione del gruppo come un’operazione provocatoria da parte di un gruppo che ha come modello appunto quella del terrorista degli anni ’70.
Di conseguenza il vilipendio non sussisteva, inoltre viene rilevato che la canzone Renault non presentava dei termini offensivi direttamente nei confronti di Aldo Moro in senso tecnico, ma trattasi semplicemente di una provocazione (che i giudici definiscono “spregevole”), nei confronti dell’uccisione dello statista della Democrazia Cristiana, esaltando quel gesto ignobile ma senza comunque negativizzare la vittima. In poche parole, la P38-La Gang non ha insultato o offeso la vittima ma semmai ha “esaltato” i suoi assassini, appunto, le Brigate Rosse. Per la procura di Torino, quindi, quelle espressioni proferite sul palco, anche se hanno creato turbamento e indignazione nei parenti delle vittime, non possono essere considerate diffamazione, ne tanto meno istigazione a delinquere.