Si allarga l'indagine riguardante il carcere di Torino “Lorusso e Cutugno”, dove alcuni detenuti sarebbero stati picchiati e offesi dalle guardie
Sono indagati per favoreggiamento e omessa denuncia (solo il primo), il direttore del carcere «Lorusso e Cutugno» di Torino, e il comandante degli agenti. Le accuse nei loro confronti sono quelle di aver coperto gli atti di violenza e di vessazione nei confronti di alcuni detenuti, portati avanti da una ventina di agenti della polizia penitenziaria, sei dei quali già arrestati ad ottobre del 2019. Accuse ovviamente tutte da dimostrare, ma al momento, come riferisce il Corriere della Sera, queste è quanto formulato dalla Procura. Ad accertare qualcosa che non andava è stata la stessa polizia penitenziaria tramite il suo nucleo investigativo di Torino, che è riuscita a ricostruire una vicenda che sarebbe iniziata due anni fa, ad ottobre 2018. Gli episodi incriminati, stando all’inchiesta del pm Francesco Pelosi, sarebbero una decina, tutti accaduti nel braccio C. Chi veniva costretto a ripetere in continuazione che era un pezzo di m, chi invece veniva obbligato a spogliarsi e subire pugni, calci e schiaffi, chi veniva continuamente minacciato «Tu adesso devi firmare un foglio, dove dici che sei un figlio di p…, altrimenti prendi il resto», e anche frasi e offese del tipo «Per quello che hai fatto, tu qui ci devi morire. Ti renderemo la vita molto dura, te la faremo pagare, ti faremo passare la voglia di stare qui dentro».
CARCERE DI TORINO, INDAGINE IN CORSO: PER L’ACCUSA DIRETTORE E CAPO AGENTI SAPEVANO
Le celle devastate, scrive ancora il Corriere della Sera, erano ormai all’ordine del giorno, ma anche perquisizioni a vanvera, unite sempre a botte e insulti. Secondo la ricostruzione degli inquirenti, Domenico Minvervini, il direttore, e Giovanni Battista Albertotanza, il capo degli agenti, non avrebbero preso i provvedimenti adeguati, permettendo questi andazzi. Entrambi, sempre secondo l’accusa, sarebbero stati informati di quanto accaduto, ma senza reagire, e addirittura Albertotanza avrebbe aiutato i colleghi indagati. Sui 21 agenti sotto indagine, a 17, già ai tempi agli arresti domiciliari, è contestato anche il reato di tortura, e tra le ipotesi dell’accusa anche quella di aver condotto un’indagine interna per incolpare due detenuti.
