Via al cashback sanitario. Come prevede il testo coordinato della delega fiscale, il cashback sarà applicato con priorità alle spese di natura socio-sanitaria. Gli emendamenti e le riformulazioni, frutto dell’accordo tra la maggioranza e il governo, sono ancora da approvare. Il governo, nella trattativa per la riforma del fisco, ha accolto le indicazioni del M5s in termini di rimborsi. Parlando di detrazioni, infatti, il testo prevede che avverrà subito il rimborso delle spese sanitarie e non si dovrà più attendere il momento della dichiarazione dei redditi. I cittadini potranno scaricare il 19% della spesa solamente per gli acquisti tracciabili per visite mediche o per l’acquisto di medicinali.
Cosa cambia, dunque, rispetto al passato? Anziché inserire spese mediche e sanitarie nella dichiarazione dei redditi, per poi ottenere l’accredito da parte dell’Agenzia delle Entrate, si otterrà un rimborso immediato sul proprio conto corrente, che avverrà attraverso piattaforme.
Cashback sanitario, come funziona
Il cashback sanitario prevede che il rivenditore, quindi ad esempio medico o farmacista, al momento di comunicare all’anagrafe tributaria la spesa sostenuta, indichi anche la volontà di quest’ultimo di ottenere cashback. Non mancano però una serie di vincoli affinché la misura venga approvata. L’ostacolo principale riguarda il passaggio dalle classiche detrazioni attuali all’accredito sul conto corrente, che partirà solamente in seguito del riordino delle tax expenditures, con la riduzione o l’eliminazione degli sconti fiscali. Importante poi ricordare che non si tratta del cashback voluto dal governo Conte ed eliminato da quello Draghi. Le spese sono infatti già riconosciute dal fisco e non riguardano spese pubbliche.
Il programma di cashback voluto dall’ex Premier Conte sul finire del 2020, era stato già sospeso per sei mesi da luglio a dicembre 2021. Il programma anti-evasione non ha infatti mai convinto Mario Draghi, che nel 2022 lo ha completamente accantonato.