Mentre aspettate speranzosi che l’azione salvifica della Bce faccia scendere le rate del vostro mutuo, godetevi la realtà.
La Repubblica è stata costretta a mettere questa notizia come prima del proprio sito all’ora di pranzo di ieri. E utilizzo costretta perché la testata della Gedi è da sempre cheerleader delle sanzioni contro la Russia. Ecco il risultato. Quanto tempo fa vi avevo detto che, arrivato l’inverno, sarebbe stato questo l’epilogo?
Rete canta. Nel senso che basta fare una ricerca all’indietro e chi oggi si diletterà a mettere in fila le criticità in atto, dimostrandosi un vero esperto che da sempre aveva messo in guardia, sarà facilmente sbugiardabile. La lista è lunga. Ma il tempo è galantuomo. Il maltempo, invece, è alle porte. Finora l’inverno è stato poco più che un autunno infinito. Eppure, i prezzi del gas sono già alle stelle. Ovunque in Europa. Germania in testa. Guarda caso.
Ma non eravamo assolutamente in grado di affrancarci senza danni dal ricatto energetico di Gazprom? E il nostro Governo non aveva stretto accordi bilaterali anche con i pigmei del Borneo, assicurandosi gas a catinelle e a prezzi stracciati? Invece l’unica alternativa è il costosissimo LNG statunitense. Finché ci sarà. Perché se continua a risalire l’inflazione interna Usa e con essa i prezzi dei carburanti, il buon Donald Trump certamente non vorrà incorrere nell’ira di Mr. Smith ogni volta che arriverà a casa una bolletta. Detto fatto, limiterà o bloccherà del tutto l’export fino a quando i prezzi in patria non saranno calmierati. E ricordatevi sempre che dopo il riscaldamento arriva sempre – e sempre più in anticipo – il tempo di ventilatori e aria condizionata. Comunque sia, energia.
Ma non dovevamo essere assolutamente al riparo da ogni fluttuazione di prezzo, visto che gli stoccaggi erano piani al 90%? Peccato che stiano anche calando a ritmi record. Ritmi da 2022. Ovvero, l’anno della crisi energetica innescata dalle sanzioni alla Russia.
Ora date un’occhiata a questo grafico, ci mostra i prezzi spot day-ahead dell’elettricità in alcuni Stati del Nord Europa. Il fixing è sempre alle 17.00, orario in cui per definizione cessa l’apporto massimo di solare ed eolico e subentra il nucleare per chi c’è là e il gas per tutti gli altri. La cifra della Germania è relativa alle 17.00 di mercoledì ed è più alta del picco raggiunto nell’inverno del 2022, appunto. Idem per la Danimarca.
Il problema? Se per adesso l’Europa era ancora rimasta in uno stato di semi-equilibrio era per l’ipocrita politica proprio verso i flussi di gas russo e per l’apporto della Norvegia. Bene, dagli Usa – i nostri amici – giungono voci di un pacchetto terminale di sanzioni verso Mosca che Joe Biden vorrebbe lasciare in dote a Donald Trump, mentre da Oslo il Financial Times raccontava di una scelta drastica che starebbe stuzzicando i due partiti di governo. Ovvero, stante l’aumento dei prezzi interni, limitare l’export o rivedere al rialzo i prezzi dei contratti di fornitura con Danimarca, Regno Unito e Germania.
Quindi, riassumendo, quando l’inverno è soltanto all’inizio e il freddo comincia a farsi minimamente sentire, già l’Europa si trova con prezzi alle stelle e almeno due criticità enormi a bloccare la strada a ogni eventuale sorpasso dell’ottimismo sul sano realismo. E se non ci credete, vi invito a fare un giretto sul sito di Eef, la utility energetica statale francese, la quale ha appena alzato per la seconda volta quest’anno le previsioni di produzione energetiche da nucleare, un ulteriore 5% in più per un livello minimo di 358 terawatt/ora. Non a caso, in tal senso nelle prossime settimane verrà collegato alla rete anche il nuovo reattore di Flamanville.
Per carità, la Francia avrà anche lo spread un po’ altino e un’Assemblea nazionale un po’ scombussolata, ma dove serve davvero, a Parigi i propri interessi e quelli dei propri cittadini li sanno tutelare. O preferite pagare le bollette record di sempre, giusto per non prendervi il disturbo di dover ammettere che senza Russia siamo destinati a farci spennare a livello energetico per qualche decennio?
Signori, lo ripeto: 936 euro per MWh registrati alle 17.00 di mercoledì in Germania è superiore al picco del 2022. Già oggi. Senza che né la Russia, né la Nato abbiamo messo mano a opzioni di weaponization energetica diretta con attacchi mirati o blocchi delle infrastrutture. Ora, se volete, andate pure a stappare lo champagne per il nuovo taglio dei tassi. E aspettate che si abbassi la rata del mutuo. Con una certezza, però: che si abbasserà quasi certamente la temperatura. Fuori. Ma anche in casa, forse. Altrimenti, addio tredicesima.
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