Caterina e Melissa, scambiate nella culla: una storia da film, che, infatti, è stato prontamente realizzato (“Sorelle per sempre”) e sarà trasmesso giovedì 16 settembre su Rai Uno. Per comprendere al meglio la loro incredibile vicenda, però, occorre fare un passo indietro e ritornare alla notte di Capodanno del 1998, presso l’ospedale di Mazara del Vallo, quando le loro mamme, seguite dallo stesso ginecologo e dai medesimi infermieri, diedero alla luce rispettivamente le loro figlie. Forse per via dei festeggiamenti legati all’ultimo dell’anno e a un brindisi di troppo, le bimbe vennero letteralmente scambiate di posto e consegnate ai genitori sbagliati.
Oggi, sulle rispettive carte d’identità, i loro nomi sono ancora sbagliati, ma nessuno si è accorto di nulla sino a quando un giorno, all’uscita dell’asilo, vedendo quanto Caterina fosse simile alla signora Marinella Alagna, una maestra gliela affidò. Lei, però, rispose che non si trattava di sua figlia, cercando la “sua” Melissa, che, invece, aveva i tratti somatici di Gisella Foderà.
SCAMBIATE IN CULLA, “OGGI SIAMO UNA SUPER COMITIVA”
A quel punto, il dubbio si è insinuato nelle due rispettive famiglie e ha cominciato a farsi largo la pista delle bambine scambiate in culla. Sono seguiti il test del Dna, gli incontri con gli avvocati e gli psicologi dopo il verdetto. Come rivela il “Corriere della Sera”, per mamma Gisella “fu un lutto”, ma da quel momento le ragazzine crebbero insieme, festeggiando insieme i loro compleanni e condividendo lo stesso banco sino alla maturità.
“Noi siamo un fenomeno – raccontavano ai loro compagni –: otto nonni, due papà e due mamme“. Oggi, invece “facciamo sempre comitiva. Siamo in tutto cinque sorelle e andiamo in vacanza con i nostri cinque fidanzati. Un esercito…”. Il film, basato sulla loro storia, non nasconde una voglia di mettersi in mostra da parte delle ragazze, ma per fare capire che la loro storia può realmente essere un esempio da seguire: “Ci sono famiglie che non accettano figli, genitori che adottano e poi non si ritrovano. È giusto che si sappia che cosa siamo riusciti a fare incrociando le nostre vite”.