La crisi di Governo ancora non è definita ma nel Consiglio dei Ministri notturno è emersa tutta la distanza delle diverse anime interne al Governo: viene approvato il nuovo Decreto legge anti-Covid che varrà dal 7 al 15 gennaio (confermate tutte le anticipazioni, compresa la zona arancione nel weekend e le nuove classificazioni settimana prossima in base ai dati di monitoraggio dell’8 gennaio), slitta la ripresa della scuola almeno all’11 gennaio (ma anche qui, possibili cambiamenti dopo la cabina di regia Cts-Ministero-Regioni di venerdì) e cambiano i criteri per l’individuazione degli scenari di rischio sulla base dei quali saranno applicate le misure previste per le zone “arancioni” e “rosse”.
In tutto questo però la lite tra “aperturisti” e “chiusuristi” si interseca a quella tra Italia Viva e resto del Governo, in un “tutti contro tutti” evidenziato dai retroscena stamattina, frutto delle diverse “fonti” trapelate nel Cdm notturno. «Il rinvio è segno di un caos inaccettabile. Non si doveva arrivare a questo punto quando lo abbiamo detto da mesi che le scuole avrebbero riaperto a gennaio», attaccano le ministre renziane Bellanova e Bonetti di fronte all’ennesimo rinvio in extremis sulla scuola voluto fortemente, questa volta, dal Partito Democratico. Nel comunicato finale del Governo viene ribadito che in vista delle modifiche da attuare nel prossimo Dpcm (da approvare dopo il 15 gennaio), il nuovo Decreto legge “ponte” tiene ferma «per tutto il periodo compreso tra il 7 e il 15 gennaio 2021, l’applicazione delle altre misure previste dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020 e dalle successive ordinanze».
LA DIFFICILE MEDIAZIONE IN CDM
Atmosfera infuocata nel Governo Conte, convocato nel Consiglio dei Ministri sulle nuove misure anti-Covid. Lite sulla scuola tra gli oltranzisti delle chiusure e chi voleva rispettare la riapertura del 7 gennaio. La mediazione, secondo fonti di Palazzo Chigi, è risultata molto faticosa e alla fine si è deciso per una soluzione-ponte. Gli istituti scolastici superiori, riapriranno lunedì 11 gennaio, con didattica in presenza al 50%. Elementari e medie invece ripartono il 7 gennaio, confermando dunque le intenzioni iniziali dell’esecutivo che ha sempre cercato, anche di fronte a dati sui contagi preoccupanti, di tenere le scuole aperte. Il Governo cerca un’intesa con le Regioni che avevano già annunciato ordinanze per il rinvio: Veneto, Fiuli Venezia-Giulia e Marche fino al 31 gennaio. Ordinanze che oggi il ministro delle Autonomie, Francesco Boccia, chiederà di ritirare in modo da uniformare su tutto il territorio la riapertura degli istituti. Novità anche sulle zone arancioni: ci sarà un altro weekend con tutta l’Italia di questo colore, quello di sabato 9 e domenica 10 gennaio. I dati non portano ad ulteriori aperture, dall’11’ sarà poi deciso lo status di tutte le regioni ma sarà difficile arrivare a un “monocolore” giallo. Il ministro Boccia ha già parlato di un inasprimento con una revisione della soglia del Rt: 1 in zona arancione e 1,25 in zona rossa. (agg. di Fabio Belli)
CDM OGGI SUL DECRETO ANTI-COVID: LE IPOTESI
Dalle ore 21 il Governo Conte è convocato nel Consiglio dei Ministri numero 88 sulle nuove misure anti-Covid che saranno in vigore dopo l’Epifania: il nuovo decreto legge anti-Covid – con valore dal 7 al 15 gennaio – viene presentato al Cdm con una bozza che lascia ancora aperte due sostanziali ipotesi di pacchetto-regole. In primis, il Governo si appresta a dividere l’Italia in zona gialla “rafforzata” (divieto di spostamento tra le regioni e la conferma della regola su visite con massimo 2 persone in case di amici/parenti) il 7 e 8 gennaio, 9-10 in zona arancione nazionale e dall’11 al 15 le aree dove saranno spostate le Regioni dopo il prossimo monitoraggio della cabina di regia previsto per venerdì prossimo; in secondo luogo, resta valida l’alternativa della zona arancione ininterrotta dal 7 al 15 gennaio.
In entrambe le ipotesi ancora sul tavolo del Governo, l’input principale rimane quello di confermare le regole anti-Covid del Dl Natale (specie sul divieto di spostamento tra Regioni) in vista del prossimo Dpcm che entrerà in vigore dal 15 gennaio in poi. «Nei giorni festivi e prefestivi compresi tra il 7 e il 15 gennaio 2021 – si legge nella bozza in mano all’Adnkronos – sull’intero territorio nazionale si applicano le misure di cui all’articolo 2 del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 3 dicembre 2020 (di fatto le misure della zona arancione, ndr) ma sono consentiti gli spostamenti dai comuni con popolazione non superiore a 5.000 abitanti e per una distanza non superiore a 30 chilometri dai relativi confini, con esclusione in ogni caso degli spostamenti verso i capoluoghi di provincia»; sempre nel nuovo decreto Covid in via di approvazione nel Cdm di questa sera, il Governo scrive «Dal 7 al 15 gennaio 2021 è vietato nell’ambito del territorio nazionale, ogni spostamento in entrata e in uscita tra i territori di diverse regioni o province autonome, salvi gli spostamenti motivati da comprovate esigenze lavorative o situazioni di necessità ovvero per motivi di salute. E’ comunque consentito il rientro alla propria residenza, domicilio o abitazione, con esclusione degli spostamenti verso le seconde case ubicate in altra regione o provincia autonoma».
CDM OGGI SUL DECRETO ANTI-COVID
Nel pieno di una crisi di Governo e all’inizio della più grande campagna vaccinale (già in ritardo, ndr) il tema delle chiusure dopo l’Epifania torna di strettissima attualità dopo il “cambio di passo” avvenuto negli ultimi due giorni dal Governo Conte: in serata è previsto – ma ancora non convocato ufficialmente – un Consiglio dei Ministri (il numero 88) che vari il nuovo decreto-legge anti-Covid utile a rinnovare le misure del precedente Decreto Natale, in attesa della scadenza del Dpcm (il 15 gennaio).
Il tempo stringe e nella riunione di ieri a Palazzo Chigi è emerso che una quadra ancora non c’è su diversi nodi irrisolti (scuola, trasporti, ristori, riaperture): per questo in rapida serie sono stati convocati Cts e Regioni, con un secondo round previsto oggi pomeriggio tanto sull’asse Conte-capidelegazione quanto sul fronte Stato-Regioni. Si era partiti con l’idea di una “ordinanza ponte” del Ministro Speranza per rinnovare alcune misure restrittive anche dopo l’Epifania (giorno di scadenza del Decreto Natale, ndr), ma nel corso delle ultime ore è emersa l’intenzione di un nuovo decreto legge ad hoc per “traghettare” dal 7 al 15 gennaio le regole e i divieti atti ad evitare una recrudescenza della pandemia.
I POSSIBILI TEMI DEL CDM N.88
«In queste ore si sta lavorando all’ordinanza che stabilirà la tabella di marcia per i prossimi giorni: la valutazione del colore da assegnare alle Regioni seguirà dunque parametri più restrittivi per limitare la diffusione del numero dei contagi», ha spiegato il viceministro della Salute Pierpaolo Sileri a “Mattino 5”, confermando la road map che porterà in serata con ogni probabilità il Cdm sul nuovo decreto legge anti-Covid. Dalle anticipazioni al momento emerse da fonti di Governo all’Ansa, si va verso misure “simili” a quelle del Dl Natale in attesa di un più corposo pacchetto di regole applicabili nel nuovo Dpcm dopo il 15 gennaio: dal 7 al 15 si valuta lo stop agli spostamenti tra le Regioni (divieto già in atto dallo scorso 21 dicembre e mai interrotto), per il quale necessita un decreto “ad hoc” che giustifichi la restrizione normativa. Altre misure riguardano ristoranti e bar solo da asporto nel prossimo weekend e ancora il divieto di ospitare più di due persone a casa, tra amici e parenti: l’ipotesi principale, oltre alla semplice “conferma” delle misure del Dl Natale slittate di un’altra settimana, riguarda il 7-8 gennaio la zona gialla, il 9-10 arancione e dall’11 al 15 le nuove colorazioni delle Regioni secondo il monitoraggio Iss in uscita il prossimo venerdì.
Come del resto già pre-annunciato alle Regioni nel vertice notturno di ieri, il Ministro Speranza rilancia «Stiamo facendo fare un approfondimento ai tecnici in modo da abbassare le soglie dell’Rt per accedere in zona rossa o arancione. Misura che incide sul modello della zonizzazione». Su questo fronte si è poi accesa la forte polemica sulla scuola, dato che diverse Regioni (Veneto, Friuli, Liguria e Campania) lamentano la riapertura al 50% dal 7 gennaio quando poi dopo solo due giorni potrebbero entrare in zona arancione o rossa, facendo dunque di nuovo chiudere tutto in Dad obbligatoria.