I principali sintomi dell'endometriosi e il motivo per cui non andrebbero mai sottovalutati
Endometriosi, che cos’è e come fare per riconoscerla: sono questi i sintomi che non dovresti mai sottovalutare secondo gli esperti
L’endometriosi è una malattia cronica e complessa che colpisce milioni di donne in tutto il mondo ma rimane ancora oggi una delle condizioni meno diagnosticate e spesso sottovalutate.
Dolorosa, imprevidibile e spesso difficile da riconoscere, l’endometriosi può compromettere significativamente la qualità della vita, oltre a rappresentare una delle principali cause di infertilità femminile. Capirla, però, è il primo passo per affrontarla.
Che cos’è l’endometriosi
L’endometriosi si verifica quando cellule simili a quelle dell’endometrio (il tessuto che riveste l’interno dell’utero) si impiantano al di fuori della cavità uterina generando infiammazione cronica. Queste cellule possono svilupparsi in varie zone del corpo, come le ovaie, le Tube di Falloppio, la vescica, l’intestino e il peritoneo pelvico.
Pur essendo una patologia benigna, l’endometriosi è tutt’altro che innocua. Le cause precise non sono ancora state del tutto chiarite ma si ipotizzano origini multifattoriali che includono fattori genetici, immunologici e ormonali.
Sintomi: attenzione al dolore
Non tutte le donne affette da endometriosi evidenziano sintomi evidenti, ma nella maggior parte dei casi il dolore è il segnale principale. Può presentarsi in molte forme:
- Dolore pelvico cronico, spesso intenso, durante le mestruazioni;
- Dismenorrea ( mestruazioni dolorose);
- Dolore durante i rapporti sessuali (diapreunia);
- Disturbi intestinali o dolori durante la defecazione, specialmente in fase mestruale.

Sintomi che, se persistenti o invalidanti, non devono mai essere sottovalutati. Rivolgersi a un ginecologo esperto in questi casi è fondamentale per avviare un percorso diagnostico corretto.
I quattro stadi della malattia e l’importanza della dieta
La gravità dell’endometriosi veine classificata in quattro stadi secondo l’American Society for Reproductive Medicine: il primo stadio è la “minima“, ovvero lo stadio in cui si notano poche lesioni superficiali. Il secondo stadio è la “lieve“, che presenta invece lesioni più profonde. Il terzo è la “moderata” , in cui la paziente presenta cisti ovariche (endometriomi) e aderenze; infine la “grave“, ovvero lo stadio più avanzato con impianti estesi e cisti voluminose.
La classificazione è importante perché aiuta a scegliere il trattamento più indicato. La dieta svolge un ruolo molto importante nell’alleviare i sintomi. Un’alimentazione ricca di fibre, Omega-3, frutta, verdura e cereali integrali può contribuire a ridurre l’infiammazione cronica.
Al contrario sarebbe meglio evitare gli zuccheri raffinati, i grassi saturi e l’alcol. In alcuni casi lo specialista può prescrivere integratori specifici (come vitamina D o curcuma) per supportare il benessere dell’organismo e ridurre l’infiammazione.
Le terapie disponibili
Il trattamento dell’endometriosi varia in base alla gravità e alla sintomatologia. In molti casi, la terapia farmacologica (a base di ormoni come il progesterone o la pillola estro-progestinica) è sufficiente per tenere sotto controllo i sintomi e migliorare la qualità della vita. Queste terapie possono essere assunte a lungo termine e spesso allontanano il rischio di recidive.
Per le pazienti asintomatiche o con infiammazioni lievi può essere sufficiente una sorveglianza clinica regolare. Quando invece la patologia è severa e non risponde correttamente alle cure, è opportuno considerare un intervento chirurgico, che viene effettuato in laparoscopia ed è riservato ai casi più complessi e sintomatici. Se ad esempio sono presenti cisti ovariche che compromettono la fertilità o causano dolore grave.
