A Vicenza due genitori sono accusati di omicidio volontario: avrebbero negato al figlio la chemioterapia per farlo curare con la medicina olistica

È un caso che si configura già piuttosto complesso quello che ci raccontano le cronache di Vicenza con un ragazzino 15enne morto dopo circa un anno di sofferenze perché i genitori gli avrebbero – secondo la procura, scientemente – negato la chemioterapia che avrebbe potuto allungargli di qualche anno la vita, forse addirittura salvarlo: genitori che ora finiranno a processo e che si sarebbero affidati alle teorie pseudoscientifiche del medico tedesco Ryke Geerd Hamer.



Per capire bene la vicenda di Vicenza è importante tornare indietro nel tempo fino al 2023: in primavera, infatti, i genitori fecero visitare il figlio 14enne dall’ospedale bolognese Rizzoli per dei dolori inspiegabili a una gamba, ricevendo come possibile diagnosi quella di tumore osseo che avrebbero dovuto confermare con una biopsia prima di procedere alla necessaria (e caldamente consigliata) chemioterapia.



Il caso del 15enne morto dopo a Vicenza dopo la chemioterapia negata: i genitori optarono per le cure olistiche

Nonostante il parere dei medici, però, la coppia di genitori di Vicenza decise di intraprendere un’altra strada: dopo aver intrattenuto una lunga corrispondenza con un medico padovano che suggerì loro di evitare la chemio e di provare a curare il 14enne con impacchi di Brufen e argilla (del tutto inutili per la sua complessa e grave condizione medica), lo portarono in un ospedale privato di Arezzo che pratica la cosiddetta medicina “olistica”, ovvero basata sulla cura della mente e sul rifiuto dei farmaci.



Ospedale (Foto: Pixabay)

Nella struttura il 14enne non venne sottoposto alla necessaria chemioterapia, ma fu (per così dire) “curato” con massaggi ai piedi, esercizi di rilassamento e pratiche simili: inutile dire che non servirono a nulla, tanto che pochi giorni dopo il piccolo fu portato in un ospedale di Perugia nel quale i genitori raccontarono si era fatto male a una gamba cadendo dallo skateboard; ovviamente senza riuscire a “ingannare” i medici che capirono che il quadro era ben più complesso.

Contestualmente, ai Servizi sociali di Vicenza arrivò una lettera anonima che spiegò nel dettaglio quanto stava accadendo al 14enne e su decisione del Tribunale dei minori fu chiesta la sospensione della patria potestà ai genitori: era, però, troppo tardi perché il giovane da lì a pochi mesi il ragazzo morì per le complicazioni legate al suo tumore; mentre dal fascicolo aperto dalla Procura si ipotizza – per i genitori – il reato di omicidio volontario in quanto avrebbero accettato l’eventuale dolo della morte pur di rifiutare le terapie e le cure tradizioni.