“Chi ha avuto Covid può non rivaccinarsi”/ Studio “Può contagiarsi, ma non ammalarsi”

- Alessandro Nidi

Chi ha avuto il Covid può non rivaccinarsi: lo rivela uno studio, secondo cui "i linfociti B sono pronti a riattivarsi immediatamente allorché vengano nuovamente a contatto col virus"

Bollettino vaccini Covid Novavax, vaccino anti-Covid (LaPresse, 2021)

Uno studio condotto dall’istituto di ricerca Altamedica sottolinea che chi ha già avuto il Covid non ha più bisogno di vaccinarsi. Un’affermazione “forte”, che giunge direttamente dalla bocca del professor Claudio Giorlandino, direttore scientifico del sopra menzionato istituto, e che trova spazio sulle colonne dell’agenzia giornalistica “AGI”: “Ovviamente può accadere che di nuovo si contagi, ma non può mai ammalarsi di Covid. Questo come per ogni influenza stagionale. Nessun soggetto che ha superato l’infezione è mai finito in un reparto di rianimazione a causa del Coronavirus”.

Il lavoro di ricerca si è avvalso di una metodica unica, la citometria a flusso sui linfociti B di memoria, dalla quale è emerso che la memoria immunologica per il SARS-CoV-2 permane a lungo, indefinitamente: “Lo studio sperimentale, eseguito su un numero considerevole di soggetti che hanno contratto l’infezione, dimostra che i linfociti B sono pronti a riattivarsi immediatamente allorché vengano nuovamente a contatto con il virus, trasformandosi in plasmacellule che poi genereranno gli anticorpi specifici – ha asserito Giorlandino –. Ovviamente non vi è paragone sulla efficacia della immunità naturale rispetto a quella modesta e limitata post-vaccinale. I vaccini sono attivi soltanto contro una parte del virus, la proteina spike, mentre gli anticorpi naturali sono attivi contro tutto il virus e quindi non temono varianti”.

“CHI HA AVUTO COVID PUÒ NON RIVACCINARSI”: LO STUDIO DI ALTAMEDICA

Sempre ai microfoni di “AGI”, il professor Giorlandino ha rimarcato che sappiamo che il Covid non è più aggressivo come prima della variante Omicron e tutte le varianti che si sono susseguite conservano la ‘resistenza’ allo splitting della proteina di aggancio cellulare, la Spike. Infatti, è noto che SARS-CoV-2 per infettare i polmoni deve subire una divisione dalla suddetta spike, che avviene per meccanismi enzimatici presenti sulle cellule polmonari. Ma le varianti non sono splittabili e, da allora, “la quasi totalità dei decessi riferiti dai media non avvengono a causa del virus, ma per cause diverse in soggetti che sono solo positivi al tampone. Sulla base di questo, l’esecuzione di una quarta dose di vaccino è totalmente inutile”.

Inoltre, il Covid “ha perso la sua pericolosità, l’aggressione dei polmoni, e le varianti si susseguono incessantemente e possono essere contrastate solo da chi ha acquisito, con l’infezione, l’immunità naturale contro tutto il virus, indipendentemente dalle varianti che interessano solo piccole parti di esso”.





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