Fausto Brizzi ed Eugenio, chi sono marito e figlio di Silvia Salis: sposati dal 2020, hanno coronato il sogno di diventare genitori nel 2023 con il figlio Eugenio.
Lei icona dello sport, prima a livello agonistico e poi dirigenziale; lui regista, sceneggiatore e dunque totalmente immerso nella bellezza del contesto cinematografico. Stiamo parlando di Silvia Salis e suo marito Fausto Brizzi, sposati dal 2020 e che da allora hanno amplificato a dismisura la bellezza della loro unione impreziosita lo scorso anno con la nascita del loro primo figlio, Eugenio.
Ma come si sono conosciuti Silvia Salis e suo marito Fausto Brizzi? A raccontarlo è un articolo di TPI che ripercorre la prima scintilla che a quanto pare è stata propiziata da una festa organizzata per il giorno di Natale. Un party indetto dalla Federazione di atletica dove entrambi erano ospiti: “Avevo un ruolo di rappresentanza e cercavo di scambiare qualche parola, per ospitalità” – raccontava Silvia Salis a Vanity Fair – “Lui però stava lì a fissarmi, ammutolito, finchè ad un certo punto gli ho detto: ‘Ciao eh!’, e l’ho mollato come un palo…”.
Silvia Salis e la scelta di dare a suo figlio Eugenio solo il proprio cognome: “Cambiamento culturale epocale…”
Da quello scambio di battute quasi taglienti nasce dunque l’amore tra Silvia Salis e Fausto Brizzi che, poco tempo dopo quel primo incontro, sono diventati ufficialmente marito e moglie. Per il regista e sceneggiatore si tratta delle seconde nozze; nel 2014 aveva infatti compiuto il grande passo con Claudia Zanella. Dal rapporto con l’attrice è nata anche la sua prima figlia, Penelope Nina.
A ottobre del 2023 è nato il figlio Eugenio, un bagliore d’amore per Silvia Salis e suo marito Fausto Brizzi. “Sopra ogni cosa”, scriveva sui social la vicepresidente vicaria del Coni a corredo di uno splendido scatto in bianco e nero che la ritraeva con suo figlio Eugenio tra le braccia ed entrambi stretti amorevolmente dal marito Fausto Brizzi. Il piccolo porterà solo il cognome della madre, una scelta ben ponderata: “La possibilità che, in presenza del riconoscimento paterno, venga utilizzato il cognome della madre è un cambiamento culturale epocale ed è passato incredibilmente inosservato”.
